di Enzo Beretta
Chiesta una condanna a otto mesi di reclusione (pena sospesa) per il 23enne perugino sotto processo con l’accusa di aver ucciso, «scuoiato e abbandonato» davanti al cancello di una scuola un gatto nero. Alla richiesta del pubblico ministero Mario Formisano si è opposto il difensore dell’imputato, Franco Libori, secondo il quale «non c’è la minima prova della sua responsabilità nell’uccisione dell’animale».
La cronaca «Potrebbe esserci qualche inidizio, semmai, a proposito dell’occupazione di un magazzino in via Albinoni – prosegue l’avvocato – comunque insufficiente per arrivare a una condanna». Nel corso delle perquisizioni spuntarono una ghigliottina, un manufatto per immobilizzare gli animali, utensili da chirurgo, siringhe, coltelli, forbicioni e uncini ma Libori tende a precisare due aspetti: «Quegli arnesi non sono oggetto di contestazione. Inoltre sono stati rinvenuti a casa del mio cliente e non nel magazino». «L’imputato – spiega il legale di parte civile Gemma Bracco in rappresentanza di Lav – merita una condanna esemplare senza concessione della pena sospesa». Udienza rinviata al 25 gennaio.
Io gli farei fare la stessa fine solo piano piano
Speriamo in una condanna esemplare. Dove non c’è umanità, sensibilità, rispetto per gli esseri viventi che almeno la legge, di un paese civile, tuteli chi non ha possibilità di difendersi.
Davvero inquietante che malati mentali come questo giovane psicopatico ragazzo siano in giro.. Grazie come sempre alla giustizia italiana la cui legge è “vince il più furbo”