La Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio il «giudice-poeta», il magistrato del Tribunale di sorveglianza di Perugia Ernesto Anastasio, che ha accumulato un arretrato di 858 fascicoli e che da dieci anni subisce contestazioni per i suoi ritardi. «È un magistrato che sostanzialmente rifiuta il lavoro», «gettando discredito sull’intera amministrazione giudiziaria» si legge nell’ordinanza che ha accolto la richiesta della procura generale della Cassazione.
L’ordinanza L’intervento serve a evitare «ulteriore grave pregiudizio» ai diritti del detenuti e al funzionamento del Tribunale di sorveglianza di Perugia. Un tema, questo dei ritardi, sottolineato anche giorni fa dal procuratore generale Sergio Sottani al termine di una serie di visite nelle carceri umbre. Secondo quanto emerso il giudice ha omesso di depositare, o in altri casi ha depositato ben oltre i termini previsti, provvedimenti relativi alla libertà personale o alle condizioni di vita in carcere dei condannati. Comportamento che nei mesi passati ha provocato proteste – come il rifiuto del vitto – da parte dei detenuti del carcere di Perugia. L’ordinanza evidenzia la sequenza di contestazioni disciplinari a suo carico, accumulate in un decennio, sempre per ritardi nel deposito dei provvedimenti, anche quando ricopriva i ruoli di giudice a Torre Annunziata e a Santa Maria Capua Vetere.
Chi è Originario di Piano di Sorrento, 54 anni, Anastasio, da quando il caso che lo vede protagonista è rimbalzato sui giornali, è stato ribattezzato «il giudice-poeta». Del suo amore per la poesia parla anche la perizia a cui è stato sottoposto durante il procedimento disciplinare, che ha ipotizzato un disturbo della personalità e ha certificato che lui si sente oppresso da un lavoro che non gli dà soddisfazione perché i suoi interessi sono orientati in altri campi. E a quella perizia fa diretto riferimento l’ordinanza del Csm per spiegare perché la sospensione dalle funzioni sia una strada obbligata: non si può pensare che il magistrato corregga il tiro perché «non è in grado di superare con le sue attuali risorse psicologiche le difficoltà che incontra sul piano dell’efficienza lavorativa».
Sospeso Anastasio è a Perugia dal novembre del 2021 e il trasferimento da Santa Maria Capua Vetere era stato disposto proprio per i ritardi accumulati. Dato che, però, la situazione non è migliorata è arrivata la sospensione così da evitare «ulteriore grave pregiudizio» non solo ai detenuti ma anche al Tribunale di sorveglianza, dove nelle prossime ore partirà un piano di smaltimento dell’arretrato. A sollecitare il provvedimento, contestualmente all’avvio l’azione disciplinare, era stato il Pg della Cassazione Luigi Salvato, contestando ad Anastasio di aver violato i doveri di diligenza e laboriosità per aver ritardato «in modo reiterato, grave e ingiustificato» decisioni che dovevano essere prese con urgenza. Per la Sezione disciplinare quelle di Anastasio sono condotte molto gravi. E i ritardi hanno inciso «molto negativamente» sulla funzionalità del Tribunale di sorveglianza di Perugia: hanno reso difficile la gestione del rapporto con i detenuti e costretto i colleghi di Anastasio a un surplus di lavoro per smaltire i suoi fascicoli.