L'ospedale di Spoleto

di Enzo Beretta 

Sono i medici legali Maurizio Vaccarili e Giuseppe Sciarra, entrambi di Teramo, i consulenti tecnici incaricati dalla Procura di Spoleto di individuare «quale sia stata la causa e i mezzi che hanno cagionato la morte di Graziella Lungarotti», la paziente di 79 anni originaria di Bastia Umbra deceduta il 25 febbraio all’ospedale San Matteo degli Infermi. L’autopsia è stata eseguita nei giorni scorsi ed è stata acquisita la cartella clinica.

La denuncia e l’inchiesta Per questa vicenda le figlie della donna, assistite dall’avvocato Marco Brambatti, hanno depositato nella caserma dei carabinieri una denuncia in cui si legge che la madre «è stata vittima di responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario». Alla sesta riga della denuncia è scritto in stampatello: «Omicidio colposo per malasanità». Il pm Michela Petrini, però, ha aperto un’indagine iscrivendo il fascicolo per omicidio colposo contro ignoti (articolo 589 del Codice penale, ipotesi di reato differente rispetto al 590 sexies) e insieme all’individuazione dell’ora del decesso attende di sapere dai medici legali «se nel periodo in cui la Lungarotti è stata ricoverata all’ospedale di Spoleto i medici che l’hanno avuta in cura abbiano osservato, sia per quanto riguarda l’aspetto diagnostico, sia per quanto riguarda l’aspetto terapeutico, i protocolli e le linee guida di settore». «Nel caso in cui vengano ravvisate eventuali omissioni o condotte negligenti – scrive il magistrato titolare dell’inchiesta – vengano specificate se le stesse abbiano concorso in via esclusiva o concorrente a determinare l’evento».

Gli ultimi cinque mesi Nelle tre pagine di denuncia viene ricostruito il percorso sanitario di Graziella Lungarotti dall’ottobre 2022 al 21 febbraio 2023, periodo di tempo nel quale ha girato vari reparti tra Ginecologia, Chirurgia e Rianimazione: «Quel giorno ci è stato riferito che la situazione di nostra madre era molto grave e che avevano dovuto interrompere la dialisi per problemi di pressione e fibrillazione cardiaca. Iniziavano doppie sedazioni su di lei come cure palliative. Da quel giorno nostra madre non ha avuto alcun miglioramento fino alle 11 del 25 febbraio, momento in cui ci veniva riferito del suo decesso».