Aurel Rosu e la vittima Luca Rosi ( foto Troccoli)

di Francesca Marruco

Hanno ammazzato Luca Rosi fatti di cocaina. Lo ha confessato Aurel Rosu, il più giovane dei tre rumeni arrestati per l’omicidio del giovane bancario di Perugia, sabato scorso ai pubblici ministeri titolari dell’indagine che lo hanno interrogato. Ai magistrati ha confermato che ad uccidere Luca sono stati lui, Iulian Ghiorghita e Dorel Gheorghita, come avevano ricostruito le meticolose indagini del reparto operativo e del Ros del comando provinciale dei carabinieri di Perugia.

La confessione Agli inquirenti ha confessato che avevano preso 2 grammi di cocaina. Che a sparare è stato Iulian e che Dorel, come già lui stesso aveva rivelato a Bianca Bengescu, ha picchiato il povero Luca quando già era stato bersaglio della pistola di Iulian e lo ha nuovamente legato in camera da letto, dove il bancario aveva cercato riparo per sfuggire alla follia omicida dei tre rapinatori rumeni.

Il riesame di Dorel La parte del verbale  dell’interrogatorio relativa all’omicidio di Ramazzano  in cui Rosu ammette le responsabilità della banda, è stato prodotto martedì mattina dal pubblico ministero Giuseppe Petrazzini durante l’udienza davanti al tribunale del Riesame per Dorel Gheorghita, rappresentato dall’avvocato Amici. Quattro pagine di verbale in cui Rosu, che per due volte si era avvalso della facoltà di non rispondere, ricostruisce la tragica serata finita con l’omicidio del 38enne che voleva solo difendere la sua donna dalle attenzioni dei tre giovani rumeni.

La botola con i gioielli Secondo quanto emerge inoltre i tre rapinatori sarebbero entrati in casa anche per cercare una botola in cui la famiglia Rosi teneva gioielli, una botola posta in una soffitta che però non avrebbero trovato. Oltre alla cassaforte dunque un altro nascondiglio in cui la famiglia teneva preziosi. Ma alla fine se ne sarebbero andati con un magro bottino, qualche centinaia di euro preso dai portafogli delle vittime, e un gesto che segnerà per sempre le loro vite sbandate.

Gli elementi dell’accusa Ora, ai già numerosissimi elementi raccolti durante le indagini che in soli quindici giorni hanno portato gli assassini dietro le sbarre, si aggiunge una confessione. Fondamentale come le parole delle due donne che hanno raccontato ai carabinieri le confessioni che i tre rumeni avevano già fatto loro. Bianca Bengescu,  la donna di Iulian Ghiorghita aveva riferito di aver trovato il suo uomo, Rosu e Gheorghita che dormivano sul suo divano la mattina dopo il delitto.

Le testimonianze delle donne Dopo essere stata fermata all’aeroporto di Fiumicino in procinto di prendere un volo per la Romania, aveva confessato anche di aver sentito Aurel rimproverare Iulian per aver «ammazzato per niente» il giovane bancario. Era stata invece Alina Agache, un’altra connazionale degli arrestati a raccogliere la confessione di Iulian Ghiorghita e a riferirla agli inquirenti. Era stata lei ad ospitarli in casa sua prima che fuggissero in Romania, e un giorno, mentre guardavano un servizio televisivo sull’omicidio di Ramazzano, lei glielo chiese direttamente. E Iulian disse «Si siamo stati noi».

Gli arresti Ghiorghita e Rosu erano stati arrestati il 16 marzo scorso a Gorizia. Bloccati dai militari del reparto operativo e del ros di Perugia su un furgone mentre rientravano in Italia. Forse, è emerso dalle intercettazioni, tornavano per far sparire tracce importanti: le pistole, i guanti e il passamontagna usati quella sera, poi recuperati dai carabinieri. Gheorghita invece era stato arrestato in Romania con un mandato di cattura internazionale e poi estradato in Italia. Adesso si trovano tutti e tre nel carcere perugino di Capanne.

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2 replies on “Omicidio Ramazzano, Aurel Rosu confessa: «Siamo stati noi tre. Eravamo fatti di coca»”

  1. Speriamo che mo’ i giudici non abbocchino ad eventuali attenuanti in quanto “incapaci di intendere e volere” perché sotto l’ effetto di stupefacenti ……

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