di Francesca Marruco

Annullata l’ordinanza di misura cautelare in carcere per Antonio Procopio, Platon Guasi, Francesco Elia e Vincenzo Bartolo. Tutti e quattro erano stati arrestati nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Roberto Provenzano, ucciso con un colpo di pistola a Ponte Felcino nel 2005. Ad annullare l’ordinanza, con cui neanche un mese fa sono stati arrestati dal Ros dei carabinieri di Perugia, è stato il tribunale del Riesame con i giudici Narducci, Verola e Ciofetti.

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L’udienza Martedì mattina, dopo una lunga udienza durata quasi cinque ore, in cui l’accusa – sostenuta dai pm Gemma Miliani e Giuseppe Petrazzini – si è fronteggiata con le difese – tra cui i legali Donatella Panzarola e Christian Giorni – i giudici si erano riservati una decisione, che è arrivata giovedì mattina. E dunque tornano in libertà Vincenzo Bartolo, Francesco Elia e Guasi Platon, resta invece ancora in carcere Antonio Procopio, accusato anche di traffico di droga dalla Calabria, nell’ambito dell’operazione Trolley. Insieme a lui, per quell’operazione le cui misure erano state eseguite insieme a quelle dell’omicidio, avevano fatto ricorso al riesame anche il cugino Gregorio Procopio, ritenuto dalla procura l’esecutore materiale dell’omicidio Provenzano e assolto con sentenza definitiva dalla Cassazione, e altri quattro arrestati. Il riesame ha dunque annullato la misura cautelare rimettendo in libertà Tiziana Cerminara, Angelo Carè, Raouhai Maruen e Pasquale Di Molfetta. Discorso diverso invece per i due Procopio, per cui il riesame ha annullato la parte più pesante dell’ordinanza, in cui gli veniva contestata l’associazione a delinquere e il traffico di droga dalla Calabria, ma ha confermato un capo d’imputazione relativo ad un episodio di spaccio, confermando così per loro due il carcere. I quattro scarcerati vanno ad aggiungersi agli altri cinque, già tornati in libertà sempre su decisione del riesame.

Riesame E’ stato inoltre fissato il riesame anche per gli altri due arrestati per l’omicidio Provenzano, Salvatore Papaianni e Giuseppe Affatato: per loro l’udienza è per il dieci febbraio prossimo. Per anni l’unico ritenuto responsabile dell’omicidio fu Gregorio Procopio, poi lo scorso anno, una testimone ascoltata nell’ambito dell’inchiesta scaturita dagli spari contro i negozi di Ponte Felcino, adesso diventata testimone protetta, raccontò tante cose alla procura, tra cui alcune confidenze che gli avrebbe fatto Antonio Procopio (cugino di Gregorio) in cui le avrebbe detto che l’esecutore dell’omicidio era Gregorio e lui lo aveva aiutato nella logistica del delitto. La procura a quel punto, insieme ai carabinieri del Ros ha riascoltato alcune intercettazioni che negli scorsi anni erano incomprensibili e, grazie a tecniche all’avanguardia per ripulire le registrazioni dai rumori di fondo, ha ricostruito quello che per i magistrati era il quadro in cui avvenne l’omicidio.

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I ruoli secondo la procura In particolare, per i pm, Antonio Procopio, cugino di Gregorio, l’albanese Guasi Platon e Francesco Elia, sarebbero stati incaricati di controllare gli spostamenti di Provenzano la sera del delitto. L’istigatore del delitto invece, sarebbe Salvatore Papaianni, Vincenzo Bartolo e Giuseppe Affatato. Ma adesso il riesame, dopo che la cassazione ha reso definitiva l’assoluzione a Gregorio Procopio, sta smontando passo passo l’inchiesta. La procura potrebbe sempre fare ricorso in Cassazione dopo la lettura delle motivazioni. Lo stesso tribunale del riesame aveva invece rigettato alcune richieste di scarcerazione nell’ambito dell’operazione ‘Quarto passo‘ sostenendo che «L’investigazione condotta dal Ros dei carabinieri di Perugia ha permesso di accertare l’esistenza in territorio perugino di un’organizzazione criminale mafiosa di tipo ‘ndranghetista…finalizzata soprattutto all’acquisizione di segmenti dell’economia del capoluogo umbro».