di C.F.
Rischio di reiterazione del reato e pericolo di fuga. Resta in carcere Hassane Bouskour, il marocchino di 42 anni, che sabato ha ucciso con almeno sette coltellate il connazionale Abdeltif Hachiche, 35 anni, nell’appartamento in cui viveva con la compagna in via Roma a Umbertide. La decisione è del gip Lidia Brutti che, mercoledì mattina, ha interrogato per due ore il bracciante indagato per omicidio aggravato da futili motivi, ossia la gelosia innescata dall’abbraccio che la vittima ha riservato alla compagna di Bouskour. Il quarantaduenne incensurato e con regolare permesso di soggiorno durante l’udienza di convalida aveva confermato la ricostruzione dei fatti fornita ai carabinieri di Città di Castello e al procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini.
Interrogato dal gip Bouskour ha quindi ribadito di aver ucciso Hachiche per difendersi dall’aggressione che lo stesso avrebbe organizzato dopo essere stato allontanato dall’abitazione di via Roma, dove poi è stato trovato morto con diverse ferite da arma da taglio. L’indagato non ha saputo indicare quante volte con la lama da cucina ha colpito la vittima ma in base all’autopsia eseguita dal medico legale Sergio Scalise sarebbero almeno sette le coltellate in zona toracica con cui è stata ucciso Hachiche, colpito anche con un mattarello probabilmente alla testa, mentre era già a terra, come ha ammesso lo stesso indagato. Per Bouskour l’accusa aveva chiesto la conferma della custodia cautelare in carcere, mentre l’avvocato Franco Libori, si era opposto alla misura, non rilevando il pericolo di fuga del quarantaduenne che vive stabilmente a Umbertide con regolare permesso di soggiorno. In questo senso il difensore ha già annunciato ricorso al Riesame.
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