Il sindaco Boccali con la famiglia di Rosi (Foto F.Troccoli)

«Ho espresso al prefetto e ai rappresentanti delle forze dell’ ordine presenti alla riunione del Comitato per l’’ordine pubblico tutta la rabbia dei perugini per l’efferato delitto di Ramazzano, e con essa la richiesta forte e improrogabile allo Stato di dare una risposta concreta al nostro bisogno di sicurezza»”. Così il sindaco Wladimiro Boccali, che ha deciso il  lutto cittadino a Perugia nel giorno dei funerali di Luca Rosi.

La riunione All’incontro, presieduto dal prefetto, Enrico Laudanna, erano presenti – insieme al vice questore Vicario, Raffaele Palumbo, al comandante provinciale dei carabinieri, Angelo Cuneo, al rappresentante della guardia di finanza, maggiore Salvatore Tarantini, e a Gaetano Palescandolo, comandante reggente del Corpo forestale dello Stato – il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, ed il vicepresidente della Provincia, Aviano Rossi.

Aggressione esterna «“Ramazzano, come altre aree più decentrate del Comune di Perugia – ha detto Boccali – non genera certamente degrado ed emarginazione. Questa violenza, come è fin troppo ovvio, non nasce dal nostro interno. Né l’allarme che legittimamente suscita deve coinvolgere i tanti stranieri che si sono bene integrati. Non vogliamo però pagare il fatto di essere, o essere stati, un territorio tranquillo dove qualunque malintenzionato possa pensare di uccidere un uomo, rapinare, stuprare e farla franca. Quella che ha stroncato la vita di Luca – ha proseguito – è la selvaggia aggressione di una malavita esterna ed estranea, di un nemico spietato che è completamente fuori dai binari della convivenza civile, che non ha il minimo rispetto per la vita umana, che aderisce ad una cultura predatoria e senza legge. Con questo nemico non si ragiona e non si fanno analisi sociologiche, lo si combatte e basta, e questo chiediamo che faccia lo Stato».

Più controlli subito «Se è necessario, che si alzi il livello della attività investigativa, sia per trovare questi criminali, anche a fini di prevenzione, sia per verificare la presenza di altri eventuali pericoli. Se è necessario, e questo certamente è necessario, si intensifichi il controllo del territorio con più uomini e maggiori mezzi. Si chieda, come del resto ho già chiesto io stesso in un recente incontro con il Ministro degli interni, ai rappresentanti dello Stato di venire a Perugia per dirci cosa si intende fare. Non c’’è tempo da perdere, siamo già oltre quello che umanamente si poteva tollerare»”.

Massimo impegno Il Comitato ha risposto garantendo al sindaco «il massimo impegno a sostegno degli organi info-investigativi insieme con l’implementazione di mirati e specifici servizi di prevenzione». Nell’esprimere il proprio cordoglio e la vicinanza alla famiglia della vittima, il Comitato ha innanzitutto voluto sottolineare lo «straordinario impegno messo in campo per assicurare prima possibile i responsabili alla giustizia». Di fronte ad un episodio che ha avuto risalto non solo per la tragica perdita di una vita umana, ma anche per il contesto nel quale si è consumato, il richiamo di sindaco e prefetto ad incrementare misure concrete ed efficaci ha trovato la piena condivisione di tutti gli altri interlocutori.

Il prefetto: attenzione su Perugia Pur nel riconoscimento del x«massimo sforzo, nell’attività di prevenzione oltre che in quella investigativa, generalmente profuso dalle forze di polizia», i membri del Comitato hanno ribadito il «sinergico impegno – sotto il coordinamento tecnico del questore, autorità provinciale tecnica di pubblica sicurezza – a contrastare con rigore ogni forma di illegalità, a cominciare da quelle che destano maggiore allarme sociale». Il prefetto, infine, ha dato atto della «già manifestatasi attenzione del ministero dell’Interno e dell’Arma dei carabinieri alle esigenze di questo territorio ed alle aspettative di sicurezza della comunità perugina».