di Francesca Marruco
Miriam ha provato a salvare la vita al suo Luca. Si è messa tra Iulian Ghiorghita e il suo fidanzato, a cui il rumeno aveva già sparato contro e lo ha implorato di non sparare più. Dopo che lui si era ribellato per proteggere lei, anche lei ha fatto lo stesso per lui. Ma lo spietato Ghiorghita ha spostato la donna e ha sparato contro la porta della camera da letto in cui Luca aveva cercato riparo.
L’esecuzione Dorel Gheorghita poi l’ha buttata giù. Tutti e tre i rapinatori sono entrati, Luca era in piedi e Dorel lo ha colpito con un pugno, lo ha immobilizzato e legato di nuovo. E’ quanto emerge dal verbale di interrogatorio di Aurel Rosu, depositato dalla procura in occasione dell’udienza davanti al tribunale del Riesame di Dorel Gheorghita. Rosu ha confessato la spietata rapina finita con l’omicidio del bancario 38enne ai pubblici ministeri titolari dell’indagine sabato scorso in carcere a Perugia.
Ne cercavano 450mila, se ne sono andati con 60 Ha ricostruito tutte le fasi della rapina: ha detto che avevano fatto dei sopralluoghi prima del colpo perché Catalin Simionescu, l’altro rumeno arrestato perché accusato di essere il basista della rapina di Resina in cui venne stuprata una donna, aveva detto loro che in casa Rosi c’erano 450 mila euro in contanti. Invece da casa Rosi alla fine se ne sono andati con appena 60 euro e qualche gioiello neanche d’oro. Iulian lo ha detto più volte alla famiglia Rosi che sapevano che in casa c’erano dei soldi. E la madre di Luca ha portato Iulian alla cassaforte, ma non c’era nulla dentro.
A piedi Rosu ai pubblici ministeri ha anche raccontato di come siano andati a piedi fino a casa Rosi, hanno camminato per un’ora tra campi e boschi. E a piedi se ne sono nuovamente andati dopo aver abbandonato l’automobile di Luca, perché chi doveva recuperarli e accompagnarli non era raggiungibile al telefono. Ha confermato che sono andati a dormire a casa di Bianca Bengescu e nei giorni successivi da Alina Agache. Ha spiegato di come si sono disfatti dei vestiti, alcuni anche sporchi di sangue: un po’ per la campagna e un po’ nei cassonetti.
I rimproveri e la cocaina Rosu ai magistrati ha ripetuto anche di aver rimproverato più volte Iulian Ghiorghita per aver ucciso il povero Luca senza nessun motivo. Sia quella maledetta sera che successivamente. E lui gli avrebbe sempre risposto di aver sparato perché Luca si era slegato e gli stava andando addosso. Le tre belve avevano sniffato cocaina prima di arrivare in casa Rosi. Un grammo diviso in tre, e un altro grammo Ghiorghita da solo, mentre attraversavano i campi per arrivare nella villetta di Ramazzano. In cui un giovane uomo è stato ammazzato per sessanta euro.
Altri colpi Rosu però non si è limitato solo alla ricostruzione della rapina di Ramazzano finita con l’omicidio di Luca Rosi. Ha parlato anche di altri colpi. Quello di Resina in cui c’erano lui, Iulian Ghiorghita e Catalin Simionescu, in cui venne stuprata una donna, ma non solo. Ha anche parlato di quello di Casa del Diavolo. Le risposte che ha dato alle domande dei pm sono secretate, ma dopo sabato scorso è stato sentito anche dal sostituto procuratore Angela Avila, titolare dell’indagine sulla rapina a casa Zandonai avvenuta il 12 gennaio scorso.