Il sindaco di Norcia Alemanno

di Ivano Porfiri

«Ho voluto donare ai bambini un campo di calcio i cui lavori finiranno a maggio 2018 con l’inaugurazione alla mia presenza. Bisogna essere campioni dentro e fuori dal campo di calcio per sostenere giuste cause». Sono le parole del calciatore Antonio Candreva con cui si impegna a far sorgere l’impianto, che fa parte del “Presidio di sicurezza – Casa di Ancarano”, il progetto portato avanti dalla Proloco della frazione nursina e al centro dell’indagine della procura di Spoleto, che ha iscritto nel registro degli indagati il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, il presidente della Proloco Venanzo Santucci e il direttore dei lavori Riccardo Tacconi.

NORCIA: INDAGATO SINDACO E ALTRI DUE
SOLIDARIETA’ BIPARTISAN

Come nasce l’indagine Oggetto dell’indagine è l’ordinanza n° 762 del 1 agosto 2017 con cui il sindaco ha autorizzato la realizzazione della struttura, il cui importo di 750 mila euro proviene interamente da donazioni private, utilizzando però gli strumenti messi a disposizione dalle procedure emanate dalla protezione civile per lo stato di emergenza e che sono state applicate per realizzare, in deroga alle leggi ordinarie in materia di urbanistica, ad esempio i campi casette e altre strutture che hanno accolto in questi mesi gli sfollati. Ecco, per la procura spoletina, questi strumenti sarebbero stati usati impropriamente perché la ‘Casa di Ancarano’ non deve ospitare terremotati ora, bensì essere un punto di riferimento per la frazione ed essere pronta per eventuali emergenze future.

ANCARANO: CANDREVA DONA CAMPO DI CALCIO

Casa di Ancorano Si tratta – come si legge nell’ordinanza del sindaco oggetto dell’indagine – di una struttura polivalente temporanea di protezione civile e ‘Presidio di Sicurezza’ da realizzare in un lotto libero individuato da parte dell’Amministrazione comunale di proprietà della stessa Proloco di Ancarano e che verrà donata al Comune di Norcia come stabilisce la convenzione tra Proloco e Amministrazione stipulata il 7 luglio scorso. Il progetto prevede una struttura con superficie di circa 650 metri quadri sviluppata secondo più corpi di fabbrica a forma di “elle” dei quali il blocco centrale ospiterà una grande sala polivalente che, attraverso, pannellature, può creare spazi per 11 camere in grado di ospitare ognuna almeno quattro persone. Lo stesso blocco prevede i servizi principali e la cucina con dispensa. In un secondo blocco, invece, trovano spazio servizi di bar, magazzino, palestra e spogliatoi, questi ultimi a servizio di un campo di calcetto (quello donato da Candreva) e di un percorso per footing. «Nel momento dell’emergenza – si legge nell’ordinanza – l’edificio potrà assumere una configurazione quale dormitorio».

RICOSTRUZIONE ARRIVA LA LEGGE REGIONALE

Assistenza o non assistenza Nell’autorizzare la struttura, il sindaco scrive che il progetto «rientra tra quelle individuate all’art.1 comma 2 lettera a) dell’Ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile n°388 del 26/08/2016 e sono da ritenersi indifferibili ed urgenti e di pubblica utilità, in quanto riconducibili al concetto di assistenza alla popolazione». Procedura questa che «costituisce a tutti gli effetti di legge, variante agli strumenti urbanistici vigenti» e «non abbisogna di parere preventivo». E proprio qui sta l’inghippo. Per la procura, che sta effettuando monitoraggio su tutti gli interventi post sisma nella zona, questa struttura non rientra tra quelle di assistenza alla popolazione. Da qui il sequestro e gli avvisi di garanzia.

Clima non favorevole Se tecnicamente l’indagine può avere un senso, quello che ha suscitato in queste ore le rimostranze in primis della presidente della Regione, Catiuscia Marini, è la lettura come una sorta di “intervento a gamba tesa” della procura in un contesto già difficilissimo come l’avvio della ricostruzione post terremoto. Il sindaco nei prossimi giorni chiederà di essere ascoltato dai pm. «Sono a disposizione e ho totale fiducia nella magistratura – dichiara il sindaco Alemanno – sono certo che faremo presto chiarezza ed emergerà la validità del progetto che è a servizio della comunità». Anche se ammette «il clima non è di aiuto agli Amministratori che devono affrontare una mole enorme di lavoro per rispondere ai bisogni della gente in condizioni spesso molto difficili».

Serve all’emergenza Marini, in uno sfogo su Facebook, sottolinea che «si sta realizzando una struttura che serve ancora alla fase emergenziale della vita di comunità. Nessuno di noi – aggiunge – si vuole sottrarre ai controlli specie quelli della magistratura ma questa vicenda di Ancarano sembra una beffa. Io ed il sindaco siamo saliti il 24 agosto e poi il 30 ottobre a vedere come stavano le persone con le case tutte distrutte e riparate con una capanna di fortuna. Allora eravamo solo noi …. beh mi auguro che questa vicenda si chiarisca presto perché essere messi sotto inchiesta per realizzare strutture emergenziali di riparo (centri sociali espressivamente previsti dall’ordinanza del Capo dipartimento protezione civile) per fare il più velocemente possibile e con qualità ci pare davvero troppo».

 

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