Il pm Vincenzo Ferrigno

di Chiara Fabrizi

I familiari del settantenne di Cascia morto all’ospedale di Spoleto il 24 febbraio scorso hanno depositato un esposto alla Procura di Spoleto. A renderlo noto è l’avvocato Alessandra Lepri che rappresenta i fratelli del pensionato arrivato con un dolore al torace nel pomeriggio del 23 febbraio scorso al San Matteo degli Infermi, dove di notte non c’è un cardiologo, semplicemente perché qui, malgrado si tratti di un Dea di Primo livello, la presenza del professionista è garantita solo nelle ore diurne (8-20).

La Procura di Spoleto, guidata da Vincenzo Ferrigno, aveva già proceduto lunedì ad aprire un fascicolo modello 45, ovvero senza ipotesi di reato né di conseguenza indagati, delegando le indagini ai carabinieri del Nas. Ora con l’esposto depositato dai fratelli del settantenne di Cascia è verosimile che sarà formalizzata l’ipotesi di omicidio colposo. «L’unico obiettivo dei mei assistiti è capire cosa sia capitato al loro congiunto» si è limitata a commentare l’avvocato Lepri dopo aver presentato la denuncia. Ora sarà la Procura di Spoleto a dover decidere quali accertamenti avviare, ma con ogni probabilità si inizierà dalle acquisizioni documentali, a cominciare dalla cartella clinica del settantenne deceduto a Spoleto, mentre è probabile che le indagini proseguiranno sentendo alcuni dei medici che erano presenti al Pronto soccorso di Spoleto la sera tra il 23 e il 24 febbraio. Secondo la ricostruzione fin qui emersa, infatti, i medici di Spoleto avrebbero tentato di trasferire il settantenne in un altro presidio, come Foligno o Terni, ma senza riuscirci. Le acquisizioni documentali, comunque, rappresentano un primo passo obbligato per la Procura di Spoleto, anche considerando che il settantenne è stato tumulato senza che la salma venisse sottoposta ad autopsia.