di Chia.Fa.
Un settantenne è morto dopo essere arrivato con un infarto all’ospedale di Spoleto. Qui nelle ore serali non è disponibile la guardia cardiologica, malgrado il San Matteo sia almeno sulla carta un Dea di Primo livello. La notizia è riportata dal quotidiano Il Messaggero. Sulla vicenda è intervenuto il sindaco Andrea Sisti chiedendo ripristino immediato della Cardiologia, che dall’ottobre 2020 non è più un reparto, non avendo i posti di degenza. Se questo non accadrà il primo cittadino è a ora pronto a scendere in piazza. Dalla Regione, invece, è la presidente Donatella Tesei ad annunciare di aver chiesto un’indagine sulla morta del settantenne. Nel frattempo il M5s col consigliere regionale Thomas De Luca ha annunciato un’interrogazione, mentre la collega del Pd, Simona Meloni, bolla come tardivo la richiesta di indagine della governatrice.
Ospedale senza cardiologo: arriva con infarto e muore In base a quanto emerge, il settantenne è arrivato in orario serale all’ospedale di Spoleto, dove le è stato diagnosticato un infarto cosiddetto ‘non stemi’, ovvero il quadro meno grave. Tuttavia, a causa dell’assenza di un cardiologo il personale del San Matteo di Spoleto ha dovuto comunque richiedere il trasferimento all’ospedale di Foligno, che però non è mai avvenuto sia perché la settantenne aveva un infarto ‘non stemi’, quindi paradossalmente non abbastanza grave, sia perché al San Giovanni di Battista c’erano già molti pazienti. In questo quadro, dunque, è avvenuto il decesso della pensionata, che ha sconvolto, anche per le modalità, i familiari.
Criticità Terzo Polo A reagire, però, è stato anche il personale medico dell’ospedale di Spoleto, che ha inviato una lettera alla direzione generale della Usl 2. Delle criticità legate alle condizioni in cui versa la Cardiologia del San Matteo degli Infermi si erano detti consapevoli anche i vertici della Regione e della Usl 2 nell’ambito del consiglio comunale aperto, anche se risposte, ovvero la guardia cardiologica, a Spoleto non ne sono ancora arrivati. A preoccupare sono anche e soprattutto i livelli e i meccanismi di integrazione dei due ospedali, quello di Spoleto e l’altro di Foligno, da cui dovrebbe nascere il Terzo Polo.
Usl 2: cardiologo fino alle 22 In una nota il direttore generale della Usl 2, Massimo De Fino, conferma l’indagine interna e afferma che «al momento non vi è stato alcun interessamento della magistratura da parte dei familiari, almeno a quanto risulta». Il direttore, poi, spiega che «da una prima sommaria indagine il paziente è giunto al Pronto soccorso di Spoleto per riferito dolore toracico/epigastrico da quattro giorni. Il personale del 118 sin dal primo momento su ambulanza ha praticato un primo Ecg che non ha diagnosticato alcun infarto in atto, e durante la permanenza è stato preso in carico dal cardiologo presente a Spoleto fino alle 22, che ha effettuato tutti gli esami di rito, negativi». Quando lo specialista ha terminato il turno e il San Matteo è rimasto senza cardiologo «il paziente – spiega De Fino – è stato monitorato di seguito e sono stati consultati sia i cardiologi di Foligno che la Utic (unità terapia intensiva cardiologica, ndr) di Terni in seguito ad aumento “aspecifico” della troponina (uno dei campanelli d’allarme dell’infarto, ndr), che valutando l’Ecg, hanno stabilito che non vi era indicazione a ricovero urgente presso reparto specialistico».
Sindaco: subito risposte sennò protesta in piazza In questo quadro, comunque, è il sindaco a ricordare che il 12 gennaio scorso, durante il consiglio aperto, i vertici regionali e sanitari «hanno preso impegni precisi e su questo non sono sopportabili ulteriori ritardi: o in brevissimo tempo la cardiologia tornerà a essere un servizio adeguato con reparto annesso, oppure questa volta sarò io, in qualità di sindaco, a portare i cittadini di Spoleto in piazza a difesa del diritto alla salute». Per Sisti la morte del 70enne non fa che «rimarcare le nostre preoccupazioni circa le difficoltà in cui si continua a operare al San Matteo degli Infermi», affermando che «qualunque discorso di progetto sulla sanità territoriale non può prescindere dal funzionamento dei servizi di base del nostro nosocomio, e questo significa la piena operatività del Dipartimento di emergenza urgenza. Tradotto, per essere ancora più chiari ed evitare ogni ambiguità, per noi vuol dire che i servizi di pronto soccorso, cardiologia e rianimazione, che compongono appunto il dipartimento di emergenza urgenza, devono funzionare, essere il fiore all’occhiello, avere tipologia e numero di personale adeguato».
Tesei chiede indagine interna La presidente Tesei, giovedì mattina, ha chiesto «ai vertici regionali della Sanità di attivare tutte le forme di indagine interna previste dalla legge al fine di ricostruire celermente quanto accaduto e individuare eventuali responsabilità e, nel caso di accertate inadempienze, adottare immediatamente i provvedimenti conseguenti», è scritto in una nota della Regione.
M5s annuncia interrogazione A bollare l’accaduto come «inqualificabile» sono gli esponenti del M5s umbro, dalla deputata Emma Pavanelli all’assessore comunale Agnese Protasi. «Non entriamo nel merito di questioni mediche, ma è evidente che senza una guardia cardiologica h24 non può esistere alcun ospedale. E questo episodio lo testimonia». De Luca ha annunciato un’interrogazione che sarà presentata nella prossima seduta, affermando fin da ora che «Regione e Asl non hanno più scuse: rimanere senza cardiologia h24 è semplicemente inaccettabile. Il tempo delle attese e dei “faremo” è scaduto. Su quanto accaduto il consigliere regionale Thomas De Luca presenterà un’interrogazione nella prossima seduta del consiglio regionale».
Per Pd richiesta Tesei è tardiva «Apprendiamo con profonda preoccupazione la notizia del decesso del 70enne rimpallato tra Foligno e Spoleto per la mancanza dello specialista» dice Meloni (Pd), evidenziando però che «quello che ci amareggia è però che l’intervento della Regione arrivi sempre dopo un’emergenza».
Piccioni e Cintioli A intervenire anche i consiglieri Paolo Piccioni e Giancarlo Cintioli, che rimarcano come «la carenza di importanti figure professionali, come ad esempio quella del cardiologo, non può rendere funzionale alcun ospedale, tantomeno un ospedale classificato ospedale di emergenza urgenza. Se è vero che la sanità è materia di competenza esclusiva delle Regioni, è altrettanto vero che il sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio. Eppure il sindaco ha più volte dichiarato di essere ‘soddisfatto all’80 per cento’ di questo progetto di terzo polo ospedaliero fatto dalla giunta regionale e la sua maggioranza rifiuta sistematicamente il confronto in aula si questo tema. Cos’altro deve accadere per poter affrontare questo problema, cos’altro deve succedere per cercare di trovare una soluzione al malfunzionamento della sanità nel nostro territorio?».