di F.M.
Un anno e tre mesi. Tanto sono durati i sigilli alla diga di Montedoglio. Il procuratore capo della Repubblica di Arezzo, Carlo Maria Scipio ha infatti firmato martedì mattina l’atto che dispone il dissequestro. Di fatto quindi la diga torna nelle mani dell’ente irriguo. La decisione della procura arriva dopo la messa in sicurezza dei conci danneggiati, già analizzati da un gruppo di periti.
Due milioni di euro per rimetterla a posto I periti, alcuni ingegneri avevano sostenuto che la diga era stata «costruita con materiali non conformi». Per questo e per la rottura che avvenne la notte tra il 29 e 30 dicembre 2010 la diga dovrà essere ricostruita almeno in parte. Le stime di spesa per la messa in sicurezza della parte danneggiata si agirano sui due milioni di euro di spesa. Non è escluso neanche che parta un’azione legale contro Impregilo, la società rimasta di quelle che costruirono l’opera 30 anni fa.
Continuano le indagini Intanto la procura continua le sue indagini, i magistrati lo avevano annunciato presentano la perizia nel novembre dello scorso anno: «Il nostro lavoro inizia adesso» . Avevano evidenziato la necessità di rintracciare tutte le ditte che si sono susseguite nella realizzazione dell’opera. Per verificare se esistano o meno profili penali a loro carico. Il reato ipotizzato fino ad ora contro ignoti è «disastro colposo».
Via ai lavori «Cronologicamente è la nostra priorità – aveva detto il procuratore capo Scipio riferendosi al dissequestro della diga – un’estate è passata senza grossi disagi, ma è impensabile che possa trascorrerne un’altra». E adesso dunque non resta che attendere l’inizio dei lavori di messa in sicurezza. Sperando che almeno stavolta, la ditta usi del cemento di qualità.
Cecchini soddisfatta «Soddisfazione» è stata espressa dall’assessore regionale all’agricoltura, Fernanda Cecchini. «Ora – ha detto Cecchini – a più di un anno dal drammatico incidente la struttura è tornata all’Ente Acque Umbro Toscane. Il dissequestro era condizione indispensabile per l’apertura del cantiere che porterà alla realizzazione degli interventi di risistemazione dell’argine e dunque alla piena efficienza dell’invaso. Questa buona notizia – ha proseguito Cecchini – fa il paio con lo sblocco da parte del Ministero delle politiche agricole, avvenuto pochi giorni, fa del finanziamento di 43 milioni di euro per i lavori di messa in sicurezza e adeguamento della diga di Casanova sul fiume Chiascio. Due notizie positive per l’Umbria e la Toscana. Auspico – ha concluso l’assessore – che la Regione Toscana provveda al più presto alla nomina del suo rappresentante all’interno dell’Ente, così da accelerare l’avvio dei diversi adempimenti e dare concretezza alla gestione di interventi strategici per l’agricoltura, il settore idropotabile, i territori e le popolazioni serviti dagli invasi».