di Massimo Colonna   

Il 41enne che cede ai due ragazzi una bottiglietta di metadone diluito in acqua ricavandone 15 euro, con tre flaconi delle stessa sostanza sequestrati dai carabinieri nella sua abitazione. Sarebbe questo il passaggio chiave dell’indagine che punta a ricostruire le ultime ore di vita di Flavio e Gianluca, i due ragazzi adolescenti ritrovati senza vita nel proprio letto di casa nella notte tra lunedì e martedì. E’ quanto emerge dalle indagini portate avanti nei confronti di Aldo Maria Romboli, il 41enne ternano accusato di aver ceduto ai due  «sostanze droganti» che avrebbero causato un malore e poi la conseguente morte. Uno scenario che lo stesso indagato ha ammesso sia nella sua prima deposizione ai carabinieri, sia durante il primo incontro in carcere con il suo avvocato difensore Massimo Carignani.

Interrogatorio Uno scenario confermato anche durante l’interrogatorio di garanzia, durato circa un’ora, portato avanti nel carcere di Terni giovedì mattina dal 41enne, con il suo legale e il giudice per le indagini preliminari Barbara Di Giovannantonio. Durante il colloquio Romboli ha confermato quanto già detto ai carabinieri. La procura ha chiesto al giudice la conferma del fermo, la difesa non ha presentato istanze: il giudice ha deciso per la conferma dell’arresto con custodia in carcere.

VIDEO: PARLA IL PROCURATORE
ADOLESCENTI MORTI: ARRESTATO 41ENNE
VIDEO: LA RICOSTRUZIONE DELLE INDAGINI
VIDEO TALK, ESPERTO INFANZIA: PURPLE DRANK GIRA TRA ADOLESCENTI

I soldi Lo scenario è stato ricostruito, come spiegato dal procuratore capo Alberto Liguori che segue il caso insieme agli uffici del sostituto procuratore Raffaele Pesiri, soprattutto ascoltando le testimonianze di una ventina di amici dei giovani. Sono stati in particolare quattro i ragazzi, sentiti come persone informate sui fatti, che hanno indirizzato subito le indagini sul 41enne quale possibile autore della cessione della sostanza stupefacente. Una volta individuato, lui stesso ha ammesso di aver ceduto la sera prima ai due una bottiglietta di metadone diluito nell’acqua ricavandone in cambio la somma di denaro di 15 euro, precisando che non era la prima volta che cedeva ai due ragazzi la stessa sostanza, spacciandola per codeina. Nella sua abitazione i carabinieri hanno sequestrato anche tre flaconi di metadone, due vuoti e uno pieno per metà.

La pista codeina Ma non è tutto. Sarà la comparazione tra i risultati delle autopsie, con l’incarico che verrà affidato venerdì, e dei test sulle sostanze sequestrate a svelare qualcosa in più agli inquirenti. Anche perché i carabinieri, coordinati dal tenente colonnello Stefano Verlengia, vogliono capire se sia stato un mix di droghe a risultare letale. Ossia se al metadone se ne è aggiunta un’altra. In particolare gli investigatori starebbero cercando la pista che porta alla codeina, sostanza nominata più volte dai ragazzi ascoltati in queste ore.

Twitter @tulhaidetto

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.