©Fabrizio Troccoli

Una società cartiera è al centro di una mega frode fiscale di cui si sono avvantaggiate numerose aziende, in tutta Italia, compresa una perugina. Quello che è stato accertato è un giro di affari di 2,5 milioni che funzionava così: una azienda di cui non c’era, in sostanza una sede e un soggetto operativo né dipendenti, quindi una realtà fantasma, impegnata nel settore di prodotti medicali, risultante essere nell’area romana di Nettuno, ha svolto il ruolo di intermediazione, emettendo fatture false per aziende che, così, non versavano l’iva. La frode ha riguardato attività di importazione di prodotti medicali dalla Lettonia, dal Regno Unito e Lituania: l’azienda fantasma si intestava così l’intero debito di iva che non ha mai versato. Di questa intermediazione si sono avvantaggiate aziende di tutta Italia, compresa una perugina che opera in questo settore, insieme ad altre di Caserta, Napoli, Nettuno Pisa, Tropea e Varese. Il vantaggio sulle imposte non versate ha rappresentato una evasione fiscale, al momento verificata per 2,5 milioni di euro, per i quali il gip di Velletri ha ordinato sequestri preventivi equivalenti, in beni e conti correnti a un imprenditore della provincia di Varese. Continuano le indagini per accertare il valore complessivo della frode e le responsabilità di tutti i soggetti e le aziende coinvolte.

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