Il tribunale penale di Perugia
Il tribunale penale di Perugia

di Enzo Beretta 

I magistrati della Direzione distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Perugia hanno indagato un ternano di 42 anni e una coetanea originaria di Roma, ma comunque domiciliata in Umbria, per i reati di istigazione a delinquere e deturpamento o imbrattamento di cose altrui. Entrambi gli imputati, ritenuti responsabili di reati commessi a vario titolo tra il 2019 e il 2020, vengono difesi dall’avvocato Flavio Rossi Albertini Tiranni, già legale di Alfredo Cospito, il quale solo poche ore fa si è detto «pronto a morire per far capire cos’è il 41 bis».

Rito abbrreviato Il legale romano ha anticipato l’intenzione di scegliere il rito abbreviato: in questo modo gli imputati rinunciano alla fase di dibattimento (in caso di condanna il rito prevede lo sconto di 1/3 della pena). Gli imputati verranno dunque giudicati sulla base delle prove raccolte dal pubblico ministero Manuela Comodi, titolare delle indagini, e il giudice per l’udienza preliminare Angela Avila emetterà la sentenza sulla scorta degli atti acquisiti prima delle conclusioni finali. L’udienza è stata rinviata al 4 maggio.

Manifesti «Agendo di notte nel centro storico di Terni – si legge negli atti giudiziari della Procura – affiggevano dieci manifesti dal titolo ‘Colpiamoli a casa loro’, contenenti il testo di rivendicazione dell’attentato commesso presso la sede del partito politico della Lega a Villorba (Treviso) nell’agosto 2018 e un messaggio di solidarietà espresso al militante anarchico Juan Antonio Sorroche Fernandez, ritenuto responsabile dell’azione». Il pm contesta loro «l’aggravante di aver commesso il fatto con finalità di terrorismo».

Scritte sui muri Il 42enne ternano viene anche accusato di altre cinque azioni, tutte commesse a Terni con la vernice spray tra il marzo e l’agosto del 2020. Tra queste si poteva leggere l’acronimo ‘Acab’ e il simbolo della «A» cerchiata. Ricostruisce la Procura, che nel corso dell’indagine diretta dalla Digos ha svolto intercettazioni, ottenuto tabulati telefonici ed eseguito perquisizioni: è stato imbrattato il muro del parcheggio del centro commerciale Cospea 2 «con scritte recanti frasi che deturpano gli arredi urbani e costituiscono pubblico vilipendio alle forze armate dello Stato», quello dell’edificio storico ‘Palazzo Primavera’, una cabina di distribuzione del gas metano, il muro di contenimento di una strada periferica limitrofa alla stazione ferroviaria di Cesi («fatto aggravato da concetti istigatori alla commissione di delitti con finalità di terrorismo») e il muro perimetrale del Polo chimico di Terni.