di Maurizio Troccoli e Ivano Porfiri
Si stringe il cerchio attorno a chi si è reso protagonista delle azioni violente a Roma. Le indagini raggiungono anche il capoluogo umbro e nella rete della polizia finisce un perugino di 23 anni. Avrebbe partecipato agli scontri, durante il corteo degli Indignati. E’ quanto rende noto la polizia che ha denunciato il giovane a piede libero.
Le indagini Le indagini partono dalle informazioni raccolte dagli inquirenti della Digos perugina relative al giovane perugino che dopo gli scontri di Roma, raggiunge Perugia e si rivolge alla struttura sanitaria per ricevere delle cure mediche. «Ha riportato – è quanto rendono noto dalla questura – leggere ferite, dovute agli scontri», è la convinzione degli agenti che hanno ricostruito alcuni passaggi dei movimenti del ventitreenne perugino.
La perquisizione Ad avvalorare i sospetti degli agenti della Digos perugina è l’esito della perquisizione nell’abitazione del giovane. E’ stato infatti trovato in possesso «di materiale generalmente usato per le azioni di guerriglia urbana», dicono gli agenti. L’operazione della Digos è svolta nell’ambito dei controlli in corso in tutta Italia, in seguito agli incidenti avvenuti a Roma.
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LA FOLLIA VISTA DALLA PANCIA DEL CORTEO
Strumenti da guerriglia in casa Nella sua abitazione la polizia ha trovato, fra l’altro, un coltello di genere proibito ‘a farfalla’, vari altri coltelli, una noccoliera tirapugni, un manganello sfollagente, una fionda, una catena ed un nunchaku, arma che si usa nelle arti marziali. Accertamenti sono ancora in corso per verificare il ruolo svolto dal giovane nell’ambito della manifestazione romana.
Nell’area antagonista Il ventitreenne è noto alle forze di polizia, su di lui però non sono state fornite altre informazioni. Quel che si apprende è che il suo nome sarebbe spuntato fuori nell’ambito dei controlli della Digos, all’interno dell’area antagonista perugina. Per il momento il giovane risulta denunciato alla procura della Repubblica e la polizia intende mantenere il massimo riserbo sulle operazioni in corso in queste ore e sulle ulteriori informazioni raccolte.
Le ulteriori informazioni Secondo le prime informazioni raccolte il giovane sarebbe giunto a Roma separatamente dal ‘gruppone’ perugino. Non è ancora accertato se in maniera assolutamente autonoma, quindi con strumenti e mezzi propri, oppure in collegamento con altre organizzazioni. Le indagini di queste ore sono tese alla ricostruzione dei suoi rapporti, del suo viaggio e delle sue eventuali relazioni con organizzazioni sospette prima, durante e dopo i fatti di Roma.
Io vittima Il ventitreenne avrebbe ammesso di essere stato a Roma, di avere partecipato alla manifestazione, ma avrebbe aggiunto di essere stato vittima degli scontri e non autore insieme ad altri. Di avere quindi riportato quelle ferite proprio a causa della violenza che si è scatenata nella capitale di cui lui sarebbe stato bersaglio.
Le indagini incrociate La sua versione, come anche la sua rete di relazioni è ora però al vaglio degli inquirenti. La Digos perugina, in collaborazione con la Digos di Roma sta verificando dai documenti raccolti la credibilità del racconto, mentre prova a collegare le diverse informazioni raccolte sul giovane perugino. Da queste informazioni potrebbero emergere i nomi di altri umbri, siccome è nota alla polizia la probabile presenza di umbri tra i violenti, come documentato in una testimonianza raccolta da Umbria24.it. Al vaglio quindi, immagini fotografiche, filmati, testimonianze e documentazione raccolta in tutta Italia, anche da numerosi indignati di tutta Italia che, in queste ore, stanno collaborando con le forze dell’ordine