Luciano Porcari, 75 anni, due aerei dirottati e una convivente di 27 anni uccisa nel 1994, appena uscito dal carcere ha tentato la fuga. Dopo la liberazione risalente al 28 maggio, l’anziano, che ha trascorso in cella gli ultimi 21 anni, si era sistemato in un albergo di Terni riferendo però ai carabinieri che avrebbe fatto di tutto per ritrovare sua figlia e per questo tenuto sotto stretto controllo, anche perché sottoposto a libertà vigilata.
In fuga Mercoledì mattina i militari, però, non lo hanno trovato nell’albergo in cui dimorava. È quindi stato chiaro che Porcari aveva tentato la fuga. Immediatamente sono state diramate le ricerche, coordinate dal comando provinciale di Terni ed eseguite dai militari della compagnia di Orvieto con l’aiuto degli agenti del commissariato. Poco dopo l’anziano veniva localizzata in zona lago di Bolsena (Viterbo), area subito cinturata e poi perlustrata.
Braccato e arrestato a Bolsena Porcari si aggirava nel centro di Bolsena con grandi occhiali da donna e cappellino, ma il camuffamento, seguito a una serie di spostamenti compiuti in taxi e mezzi pubblici per eludere i controlli, non gli è bastata. Il settantacinquenne è stato riconosciuto, bloccato e accompagnato nelle camere di sicurezza della caserma di Montefiascone (Viterbo) in attesa della convalida dell’arresto.
Porcari dirottatore di aerei e assassino Luciano Porcari, originario di Orvieto e residente a Castel Viscardo, è un criminale efferato e riconosciuto come pericoloso fin dal 1972 quando in Costa d’Avorio, nell’aeroporto di Abidjan, aveva tentato di uccidere la moglie con diversi colpi di arma da fuoco e, non riuscendovi, aveva quindi cercato di dirottare un aereo dell’Alitalia, venendo ferito al termine di un conflitto a fuoco con le forze di polizia. Nel marzo di cinque anni dopo per farsi restituire la figlia affidata alla moglie, ha dirottato un aereo dell’Iberia venendo arrestato a Zurigo. Nel 1994 a Castel Viscarso ha invece ucciso con un colpo di arma da fuoco al petto la convivente Roberta Zanetti di 27 anni, dopo averla sequestrata per ore insieme alla loro figlia.