©Fabrizio Troccoli

di Enzo Beretta

L’archistar Mario Botta è stato incaricato dall’Agenzia del Demanio di progettare una parte del Parco della Giustizia di Perugia che sorgerà nell’ex carcere di Piazza Partigiani. Il designer svizzero, classe 1943, uno dei più grandi architetti viventi a livello mondiale, collaboratore tra le altre cose di Le Corbusier e Louis Kahn, offrirà «una serie di soluzioni progettuali» per quello che un tempo era il braccio maschile e che domani ospiterà il tribunale civile, quello penale e il giudice di pace. 

Soluzioni «In ragione della monumentalità del compendio e della complessità delle nuove funzioni da allocare» l’Agenzia del Demanio «ha conferito un incarico per la redazione del documento preliminare delle alternative progettuali all’architetto Mario Botta al fine di poter disporre di una serie di soluzioni progettuali con le quali concordare, con la Soprintendenza di Perugia, la soluzione che contemperi al meglio la tutela architettonica e paesaggistica con le nuove esigenze funzionali del Ministero della Giustizia, individuando così il concept progettuale finale». In queste settimane sono state elaborate alcune ipotesi di progetto, sottoposte a un primo esame della Soprintendenza, una delle quali avrebbe già ottenuto un primo avviso favorevole: ci sono però ancora elementi e aspetti da approfondire.

«Simbolo di legalità» L’ex carcere di Perugia viene definito nel sito dell’Agenzia del Demanio «un luogo di detenzione che diventa un simbolo urbano di legalità: questo l’obiettivo del processo di riqualificazione che coinvolge due importanti immobili storici a Perugia». E se nel luglio scorso, nell’ambito della collaborazione scientifica avviata con il Politecnico di Milano sono stati redatti i Documenti di indirizzo alla progettazione (Dip) per quanto riguarda l’intervento nell’ex carcere femminile – sede della futura Procura della Repubblica – è prossima, in seguito alla pubblicazione del bando di gara riguardante l’affidamento del Progetto di fattibilità tecnico economico, la convocazione della Conferenza di servizi per ottenere le autorizzazioni edilizio-urbanistiche, quindi l’affidamento dell’appalto integrato (consistente nella progettazione esecutiva e nell’esecuzione dei lavori). 

Progettazione A metà dicembre – apprende Umbria24 – si sono concluse le operazioni di gara e sono state individuate le due migliori offerte, risultate tuttavia anormalmente basse. Il responsabile unico del procedimento ha avviato per entrambe la procedura di verifica delle anomalie che si è conclusa in maniera positiva a fine gennaio. Si sta procedendo con il provvedimento di aggiudicazione. Fonti dell’Agenzia fanno sapere che stanno per essere completate le verifiche di efficacia utili alla stipula che, a questo punto, dovrebbe avvenire entro la prima metà di aprile. Circa quindici giorni fa, intanto, il servizio è stato avviato in urgenza sotto riserva. «In ragione della complessità dell’intervento e del livello di definizione progettuale richiesto – si legge nell’aggiornamento che il direttore Alessandra Dal Verme ha inviato a via Arenula, alla governatrice Tesei, al sindaco Romizi, ai vari capi degli uffici giudiziari del distretto, al Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio, quindi al segretario regionale del Ministero della Cultura – la durata del servizio di progettazione è stata determinata in 165 giorni».