di Enzo Beretta
Il passeggino sporco di sangue, alcuni giocattoli, un peluche, un pannolino usato. Ma anche una maglietta imbrattata di sangue con alcuni tagli sulla parte anteriore e una felpa di donna. Sono questi gli oggetti repertati dagli specialisti della Sezione investigazioni scientifiche dell’Arma impegnati a mettere insieme i tasselli dell’omicidio del piccolo Alex, due anni, ucciso venerdì pomeriggio a colpi di coltello a Po’ Bandino, frazione di Città della Pieve. Ucciso e portato in braccio nel supermercato Lidl da Erzsebet Bradacs, una donna ungherese di 44 anni, la mamma del piccolo, che intorno alle 16 se lo è caricato in braccio e lo ha adagiato sul nastro trasportatore delle casse del Lidl tra le urla di terrore delle persone presenti.
La foto del bimbo insanguinato al padre in Ungheria Nella nota stampa attraverso la quale la Procura della Repubblica di Perugia ufficializza il fermo di indiziato di delitto della donna, in carcere a Capanne con l’accusa di omicidio volontario aggravato, si legge che «un importante elemento emerso è stato l’invio di una foto ritraente il bambino insanguinato trasmessa molto presumibilmente dalla donna al padre del piccolo in Ungheria, tramite una piattaforma social, che, alla vista della tragica immagine ha allertato tutte le autorità competenti». Il cellulare della Bradacs è sotto sequestro.
«Fermo necessario» «Il fermo di indiziato di delitto si è reso necessaria visti i numerosi e significativi elementi emersi nelle immediate investigazioni avviate a seguito dei fatti – prosegue il comunicato firmato da Raffaele Cantone -. La donna ungherese sarebbe l’unica ad aver trascorso le ore antecedenti all’evento delittuoso con il piccolo». Un dato, questo, che «emerge sia dai filmati estrapolati dalle telecamere della zona e da altri elementi raccolti attraverso testimonianze».
Il peluche e il passeggino Davanti al supermercato dove è stato portato il bambino – spiegano gli inquirenti – sono stati rinvenuti numerosi oggetti tra cui, appunto, il passeggino, «sporco di macchie al momento non meglio identificate che potrebbero essere di sangue», giocattoli, un peluche, un pannolino e tracce di alimenti. Nel giardino abbandonato di un vecchio casolare dall’altra parte della strada rispetto al supermercato i carabinieri -coordinati nelle indagini dal pubblico ministero Manuela Comodi – hanno rinvenuto altri «oggetti molto significativi»: altri giocattoli, probabilmente sempre del piccolo, «una maglietta sporca di sangue con dei tagli sulla parte anteriore e una felpa della madre». Secondo quanto viene riferito nel corso del lungo interrogatorio in caserma l’indagata ha fornito «versioni confuse e contraddittorie».