di Francesca Marruco
Hanno risposto alle domande del gip le cinque persone interrogate giovedì nell’ambito degli arresti di Gubbio. In particolare, a rispondere alle domande del gip Carla Giangamboni sono stati l’ex vicesindaco Maria Cristina Ercoli, la sorella Nadia Ercoli, Lucia Cecili, e Lucio Panfili, segretario di Orfeo Goracci in consiglio regionale. Tutti hanno «puntualmente replicato contestando l’esistenza di un gruppo al servizio dello ‘zar’ Goracci». Lo ha riferito il loro legale Ubaldo Minelli che al termine degli interrogatori ha chiesto la revoca delle misure cautelari. Per i clienti in carcere ha chiesto la misura degli arresti domiciliari.
Attesa per la decisione del gip Il gip si è riservato di esprimersi al termine degli interrogatori di garanzia che dovrebbero finire venerdì con quelli di Antonella Stocchi e Marino Cernicchi. Anche il pubblico ministero si è riservato di esprimere un’opinione sulla richiesta di revoca delle misure cautelari al termine degli interrogatori. Tutti i destinatari delle misure cautelari hanno risposto fino ad ora alle domande del giudice. E tutti negano. Nessun gruppo Goracci. Nessun favoritismo. Nessuna irregolarità. Tutte fantasie dell’accusa insomma stando a loro.
Le preoccupazioni del gruppo Fantasie che però qualche preoccupazione nelle scorse settimane tra gli odierni arrestati le avevano suscitate: «O succede un casino da non finì – diceva Lucia Cecili, che per i pm è “sentimentalmente legata a Goracci” in una conversazione intercettata – o finisce tutto in una bolla di sapone, io me lo auguro, guarda, perché sennò scoppia un casino da non finire più[..] oppure qualcuno si va a fare male sul serio». La collega con cui parla al telefono le chiede a chi si riferisce e lei risponde che parla di Nadia Minelli, la dirigente del Comune che si rifiutò di firmare un atto per la progressione di carriera di Nadia Ercoli, diventata poi capo dei vigili urbani con quello che i pm definiscono un «concorso farsa». «Perché secondo me – continua la Cecili in quella telefonata intercettata – ce gimo a fa male. Io la querela che lei gli ha fatto per abuso d’ufficio l’ho letta, lei non parla mai di questo, di pressioni a livello sessuale, non ne parla mai, lei parla di pressioni a livello lavorativo, sempre».
Anche Goracci era preoccupato In un messaggio che lo stesso Goracci invia alla Cecili, la dirigente comunale che per i pubblici ministeri ha avuto un ruolo di primissimo piano nel far sparire documenti scottanti dal Comune scriveva: «sono abbondantemente preoccupato». E in un altro le chiede: «Paura al tel?». Lei gli aveva consigliato di comprarsi una scheda telefonita ‘pulita’, come ha fatto lei, più volte che è anche «preoccupata» «per la delibera quella dei vigili urbani che non è leggittimissima». Preoccupazioni che corrono lungo linee telefoniche intercettate e lungo alcune sicure. In una telefonata si sentono i due interlocutori mettersi d’accordo per parlare liberamente ma con altri numeri di telefono. Sapevano di essere ascoltati. E sapevano anche di aver fatto qualcosa di poco limpido in qualche caso.
Il delirio di onnipotenza Un commento illuminante su cosa si pensasse dopo gli arrivi degli avvisi di garanzia a Gubbio, lo fornisce un dipendente del comune, ‘non allineato’ col gruppo Goracci: «questo nel suo delirio di onnipotenza, perché è un delirio di onnipotenza pensare di poter fare quello che gli pare, è andato a battere il muso». Forse non si aspettavano di vederglielo battere tanto duramente finendo in carcere. Tanto che adesso nella città dei Ceri non si parla d’altro. Con tutte le polemiche politiche e personali del caso.
I nuovi indagati E ‘Trust’ (il nome dell’inchiesta) promette di allargarsi e di inglobare altre gestioni del comune con altri indagati. Per ora ci sono sette nuovi avvisi di garanzia, ma l’indagine è in piena evoluzione e non c’è motivo per cui non possano aumentare. Anzi. A quanto sembra starebbe prendendo più filoni autonomi. Già perché gli arresti e i sequestri di materiale sono stati solo un passaggio. Obbligato sembrerebbe dalla «concitata attività di sottrazione di documenti» che il gruppo Goracci stava mettendo in atto dal novembre scorso.