Presa la banda degli autogrill

di Ivano Porfiri

Si aggiravano negli autogrill di mezza Italia per derubare avventori, soprattutto anziani. La polizia stradale di Orvieto ha arrestato la notte scorsa tre persone, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare, con l’accusa di furto aggravato e utilizzo indebito di titoli di credito. Ai poliziotti uno di loro ha detto: «Ancora voi, da oggi a Orvieto solo in gita».

Il furto di Fabro L’ultimo episodio, quello che ha consentito alla procura di chiedere al giudice l’arresto, risale al 28 maggio scorso nell’autogrill di Fabro. Lì la banda, con una tecnica ben consolidata, ha avvicinato un anziano che stava consumando al bar e simulando una situazione di calca, lo hanno borseggiato del portafogli. Poi si sono allontanati, impossessandosi di quasi 500 euro in contanti e poi andando in un centro commerciale, dove hanno prelevato altri 500 euro.

Le indagini Fatta la denuncia, i poliziotti guidati dal sostituto commissario Stefano Spagnoli hanno iniziato a scandagliare i filmati delle telecamere, riconoscendo volti ben noti. Erano gli stessi già arrestati nel 2009 per gli stessi reati. Si trattava di una coppia, marito e moglie, lui di 59 anni e lei di 46 anni, residenti a Battipaglia, in provincia di Salerno. Fanno parte di una famiglia di italiani dedita a questo genere di reati e già arrestati una decina di volte. L’altra arrestata è una ragazza di 29 anni residente ad Eboli (Salerno) con stesso cognome, ma che nega legami di parentela. Anche lei già arrestata diverse volte.

La curiosità Scattate le manette nelle loro abitazioni, la reazione dell’uomo è stata di sconforto. A fronte di numerosi furti, si è trovato ancora una volta di fronte gli uomini della polstrada di Orvieto. «Ancora voi – ha detto -. Ho capito, a Orvieto bisogna venirci solo in gita». Il luogo di villeggiatura per loro, nel frattempo, sarà il carcere di Fuorni (Salerno). Intanto gli agenti della polizia stanno facendo verifiche su una quindicina di colpi simili a quello di Fabro per verificare se possano essere attribuiti alla «banda» di campani.