di Chiara Fabrizi
Più di ottanta anni di carcere per i dodici imputati dell’operazione Toner dei carabinieri di Terni che, coordinati dalla Dda di Perugia, l’estate scorsa hanno arrestato 19 persone per traffico di droga, ad alcune delle quali viene contestato il reato di associazione per delinquere. Venerdì mattina davanti al gip Valerio D’Andria il pm Giuseppe Petrazzini ha formulato le richieste di condanna nell’ambito del processo con rito abbreviato. In aula si tornerà a febbraio quando la parola passerà alla difesa, rappresentata dagli avvocati Francesco Mattiangeli, Massimo Proietti, Gianluca Muzi, Donatella Panzarola e Umberto Martella.
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Chiesti più di 80 anni di carcere La richiesta di condanna più pesante, vale a dire 14 anni ciascuno, è stata formulata per Mohamed Mojmil e Sandro Broccucci, considerati i capi dell’organizzazione che, secondo gli inquirenti, poteva arrivare a muovere fino a 10 mila euro di droga al giorno, tanto che i vertici dell’Arma di Terni ritengono di aver «stroncato la più grande organizzazione di spaccio nella provincia di Terni», come spiegato nel luglio scorso dal comandante provinciale dei carabinieri, Davide Rossi. La droga arrivava da Roma a Terni, dove la centrale dello spaccio è stata individuata dai carabinieri in un negozio di cartucce per stampanti, da qui l’operazione Toner, che nel corso delle indagini ha portato al sequestro di circa 40 chili tra hashish, cocaina e marijuana. Rischiano, invece, sette anni di reclusione Manuel Fiori, Marco Pellerucci, Abdelmoneim Boulzalmat e Abdelhakim El Felhi, mentre il pm Petrazzini in aula ha chiesto cinque anni per Abdelkrim Kabbouri, Touria Maatia, Maurizio Allegretti e Mirko Fiorini. Su Ismail Jamghili e Fahoum Lahcem (l’unico cui non viene contestata l’associazione per delinquere) pendono, rispettivamente, richieste di condanna per quattro anni e mezzo e due anni e otto mesi con multa di 12 mila euro.
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