di Massimo Colonna

Serve una visione di lungo periodo che accompagni la diminuzione dei conferimenti in discarica; per il Sin di Papigno, il «considerevole ritardo nel percorso di restituzione ad usi legittimi merita un rinnovato e concreto interesse da parte del ministero dell’Ambiente» e, rispetto agli illeciti ambientali, «il quadro esaminato non fa emergere collegamenti attuali con la criminalità organizzata». Sono queste le indicazioni emerse per l’Umbria nella relazione conclusiva della ‘Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati’ (Commissione Ecomafie), che ha concluso così l’approfondimento territoriale su tutto il territorio regionale.

Il documento L’atto degli onorevoli Stefano Vignaroli, Renata Polverini e Simone Bossi comprende il resoconto di tre missioni effettuate sul territorio con sopralluoghi e audizioni. I temi affrontati sono stati in particolare la situazione del ciclo dei rifiuti, lo stato della tutela delle acque, le problematiche ternane, con una particolare attenzione al Sito di interesse nazionale (Sin) di Terni-Papigno. Inoltre, attraverso l’analisi di vicende giudiziarie significative sono state esaminate criticità ambientali rilevanti o specifiche del territorio.

Sin di Papigno La situazione delle criticità ambientali nella regione Umbria vede in primo piano la particolare rilevanza del Sin di Terni-Papigno. Secondo la Commissione la situazione è stata affrontata in ritardo dalle istituzioni e per questo serviranno approfondimenti da parte del ministero. «L’analisi delle informazioni acquisite – si legge nella relazione – mostra scarse attività concrete poste in essere e un basso livello di intervento attivo e di attenzione sulla situazione del sito. Il considerevole ritardo nel percorso di restituzione ad usi legittimi e di tutela effettiva rispetto alla contaminazione merita un rinnovato e concreto interesse da parte del ministero dell’Ambiente».

Ciclo dei rifiuti Per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, dall’approfondimento della Commissione «è emerso un certo grado di inefficacia della programmazione regionale, determinato soprattutto dall’assenza di una visione a lungo termine, con conseguenti incertezze sulla chiusura del ciclo e sull’orizzonte temporale di autosufficienza del sistema di smaltimento». «Quest’ultimo vede come prima opzione praticata e praticabile il ricorso alle discariche. Si sono rilevate inoltre carenze impiantistiche inerenti la biostabilizzazione della frazione organica dei rifiuti indifferenziati e il trattamento delle frazioni secche da raccolta differenziata. Altra criticità osservata riguarda la scarsa qualità della raccolta differenziata».

Le acque Per quanto concerne la tutela delle acque, sui cinque agglomerati umbri rientranti nella procedura di infrazione europea tre, secondo quanto riferito dal Commissario unico alla depurazione, non risultano ancora conformi. Un altro problema che caratterizza più contesti del territorio umbro è quello della presenza di solventi clorurati in falda, conseguenza storica del trattamento superficiale di metalli in realtà produttive, in aree dove sono presenti captazioni di acque sotterranee destinate all’approvvigionamento per il consumo umano. Altre criticità ambientali riguardano lo spandimento sui terreni agricoli di reflui da allevamenti zootecnici caratterizzati da elevate concentrazioni di nitrati. Dagli approfondimenti della Commissione è inoltre emersa «la contaminazione del fiume Paglia, che potrebbe essere ricondotta alla presenza di siti minerari dismessi in Toscana e su cui la Commissione sta svolgendo ulteriori approfondimenti».

Illeciti ambientali Rispetto agli illeciti ambientali, il quadro esaminato «non fa emergere collegamenti attuali con la criminalità organizzata». «Gli illeciti ambientali sono commessi prevalentemente da piccole e medie imprese che, come talora accade in questo campo, valutano come rischio affrontabile quello delle sanzioni rispetto ai costi di una gestione corretta». Sono state esaminate nella relazione diverse vicende giudiziarie, riferite a problemi di ordine generale e, più compiutamente, quelle relative alla società Gesenu e alla Valnestore.

La Conca ternana Di particolare rilevanza nella regione è la situazione ambientale della ‘conca ternana’, in cui è presente il Sin di Terni-Papigno e anche l’Ast. La Commissione ha esaminato alcune questioni, tra cui la vicenda delle infiltrazioni di acqua contaminata nella galleria del Tescino, sottostante la discarica Ast: «a prescindere dagli esiti giudiziari ancora non interamente definiti nel relativo procedimento penale, è emerso che il fondo del sito non ha uno strato impermeabile artificiale omogeneo e non sono disponibili dati sulla tenuta dello strato di base». È stata inoltre approfondita la questione dell’inquinamento della falda sottostante gli impianti produttivi Ast, su cui le acquisizioni della Commissione inducono a «sollecitare un’attenzione estrema da parte delle pubbliche amministrazioni, degli organismi di controllo, del ministero dell’Ambiente, con il necessario coordinamento tra tutti i soggetti competenti».

Faro sull’Umbria «Pensando prima di tutto ai cittadini che vivono nelle aree inquinate della regione – dichiara il presidente della Commissione, Vignaroli – con la Commissione d’inchiesta Ecomafie abbiamo voluto accendere un faro sull’Umbria. Il nostro obiettivo è stato quello di fare luce sulle diverse criticità e su vicende che vanno avanti da troppo tempo, a partire dalla bonifica mai conclusa del Sin di Terni-Papigno. L’Umbria ha davanti a sé sfide importanti, dalla rigenerazione ambientale delle aree afflitte da inquinamenti storici alla gestione del ciclo dei rifiuti. Alcune vicende giudiziarie hanno prodotto ritardi strutturali nel ciclo dei rifiuti della regione, che ora vanno affrontati. Serve l’elaborazione di una visione di lungo periodo che accompagni la diminuzione dei conferimenti in discarica con un adeguamento impiantistico orientato al riciclo. Mi preme rimarcare come i migliori anticorpi contro l’illegalità e le criticità ambientali siano rappresentati dalla corretta ed efficace amministrazione, sia appunto sul fronte della pianificazione, sia su quello del controllo. Un controllo che deve avvenire in un’ottica di efficacia ed efficienza, oltre che collaborazione e condivisione delle informazioni tra i diversi organi preposti».

Le reazioni: Braga (Pd) «Dalla relazione – dichiara Chiara Braga, capogruppo Pd in Commissione Ecomafie – emergono alcune situazioni di criticità ambientale strettamente legati alla storia industriale della Regione, in particolare nella conca ternana e nel Sin Terni-Papigno, che richiede un’accelerazione degli interventi di restituzione e di tutela del sito contaminato. La gestione del ciclo dei rifiuti richiede un rafforzamento della programmazione regionale nella dotazione impiantistica, nell’organizzazione e miglioramento della qualità della raccolta differenziata (che pure è cresciuta in maniera costante in questi anni grazie a un forte impegno delle amministrazioni, regionale e locali), nella chiusura del ciclo dei rifiuti coerente con l’economia circolare e la previsione europea del contenimento dei conferimenti in discarica fino a non più del 10 per cento al 2030. Le audizioni hanno portato alla luce un contesto di adeguata prevenzione e repressione degli illeciti che non fa emergere collegamenti attuali con la criminalità organizzata. È importante segnalare che nessuno ha riferito di criticità severe derivanti dalla ricostruzione dopo il sisma dell’agosto 2016. La Relazione della Commissione restituisce una fotografia della situazione ambientale della Regione Umbria caratterizzata da alcune criticità e insieme da percorsi virtuosi che consegnano alla nuova amministrazione regionale una responsabilità e una capacità di azione ancora tutta da verificare».

Briziarelli (Lega) «La relazione – spiega Luca Briziarelli, senatore Lega e vicepresidente della Commissione – non si è limitata ad approfondire vicende già note, ma si è spinta ad esaminare criticità ed episodi ben più recenti, dagli incendi negli impianti di trattamento dei rifiuti alle misure di prevenzione e repressione degli illeciti nel territorio umbro, fino alla recentissima inchiesta sul traffico illeciti di pannelli fotovoltaici dismessi. Come Lega siamo fieri di aver reso possibile questo importante risultato sollevando la questione nella precedente legislatura, grazie all’azione dei senatori Stefano Candiani e Paolo Arrigoni, e chiedendo ufficialmente che l’Umbria fosse la prima regione esaminata nel corso della presente legislatura. Un dato è già evidente: a prescindere dagli aspetti strettamente giudiziari, che ovviamente faranno il loro corso, relativamente alla gestione dei rifiuti dalla relazione emergono chiaramente le gravi responsabilità delle giunte di centrosinistra per la situazione di criticità che si è determinata nel tempo. Confido che la relazione possa rappresentare una valida base di partenza per un serio confronto a livello regionale sul percorso da adottare per superare i ritardi, le criticità e gli errori che hanno purtroppo caratterizzato negli ultimi anni l’azione della passata maggioranza regionale».

Twitter @tulhaidetto

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