di Enzo Beretta
Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario è stata emessa nei confronti di un uomo, residente ad Assisi, ritenuto responsabile di essere l’assassino che l’11 gennaio ha ucciso il 24enne Davide Piampiano sui monti del Subasio. Si tratta del 57enne Piero Fabbri, un muratore amico di Piampiano. Il provvedimento è stato emesso dal gip di Perugia che ha ritenuto «sussistenti i gravi indizi di colpevolezza per il reato di omicidio volontario con dolo eventuale». Fabbri è assistito dall’avvocato Delfo Berretti.
LA MORTE DI UN GIOVANE DI 24 ANNI
IL COLPO NON È STATO SPARATO A BRUCIAPELO
Determinante l’autopsia Inizialmente si era pensato ad un incidente autonomo. Durante l’autopsia svolta dal medico legale Sergio Scalise Pantuso, però, sono emersi elementi che, diversamente rispetto alle prime impressioni, hanno ampliato il raggio delle indagini in quanto è sembrato subito abbastanza chiaro che il colpo mortale non fosse stato sparato a bruciapelo. Fabbri potrebbe aver scambiato Piampiano per un cinghiale
LACRIME DURANTE I FUNERALI AD ASSISI
Il video drammatico della GoPro Durante gli accertamenti gli inquirenti, tra le altre cose, hanno sequestrato la GoPro che Davide utilizzava per pubblicare i video sui social, in particolare sulla pagina Instagram Hunting dog Assisi: dall’analisi dei filmati, «crudi e drammatici», si è visto che il colpo letale che lo ha ucciso non è partito dal suo fucile mentre cadeva nel dirupo bensì dall’arma di un’altra persona. Quest’ultimo cacciatore – spiegano gli investigatori – quando si è accorto di ciò che è accaduto avrebbe, «secondo quanto si comprende dal filmato, poi cercato di depistare le indagini, alterando lo stato dei luoghi e scaricando l’arma di Piampiano». Sempre secondo quanto viene riferito l’uomo si è disfatto del proprio fucile e della propria giacca da caccia, senza chiamare i soccorsi, avvisati solamente qualche minuto più tardi da un altro giovane cacciatore. Proprio questo comportamento omissivo – si legge nella nota – ha fatto ipotizzare a carico dell’autore dello sparo l’ipotesi dolosa di omicidio. Non avvisando immediatamente i soccorsi – prosegue l’accusa – ha accettato il rischio che Davide potesse morire.
Proietti «Per Assisi è un altro giorno di lutto. Tristissimo» dice la sindaca Stefania Proietti. «Non solo perché questo ragazzo amatissimo non c’è più ma anche perché quanto successo si è rivelato non essere un incidente, come emerso dalle indagini». Per Proietti si tratta di «un dramma nel dramma». «Perché – ha aggiunto – ci si interroga su tante questioni e questa famiglia vive un momento drammatico. Come d’altronde tutta la città – ha concluso Proietti – che ha vissuto questo lutto».