La Procura regionale della Corte dei Conti quantifica un danno erariale da 3,8 milioni e cita in giudizio, tra i responsabili a titolo doloso, la presidente della Regione Donatella Tesei, l’assessore alla Sanità Luca Coletto e l’ex sindaco Luciano Bacchetta. Coinvolti anche dirigenti sanitari e della Regione. Ne dà notizia il Tgr dell’Umbria. La vicenda è legata a un lascito milionario. «La generosità di Olga e Clara Mariani avrebbe meritato una sorte migliore – dice il servizio -. A quasi quaranta anni dalla scomparsa dell’ultima delle due sorelle il lascito milionario di famiglia non viene utilizzato come avrebbero voluto loro per l’ex ospedale di Città di Castello, ma ‘in palese violazione del vincolo di destinazione’ alimenta, invece, le casse dell’Azienda sanitaria Usl Umbria 1. Il tutto a partire da una scelta ‘immotivata del Comune tifernate».

Corte dei Conti chiede 3,8 milioni a Tesei, Coletto e Bacchetta La procura contabile contesta una serie di condotte che dal 2019 avrebbero impedito di avviare la riqualificazione dell’ex ospedale, che versa in un ‘inaccettabile stato di abbandono e progressivo degrado’ dal 2000, e dirottato l’eredità Mariani a fronteggiare le spese correnti dell’Asl 1. Alla fine di una trentennale causa civile con gli eredi, i giudici avevano infatti stabilito che quei soldi dovevano andare al Comune di Città di Castello con vincolo di destinazione all’ospedale civico. Insieme a Tesei, Coletto e Bacchetta – sempre secondo il servizio – rischiano di dover rispondere a titolo colposo e ‘pro quota’ anche altri membri della giunta regionale. L’udienza è fissata a settembre. La presidente Tesei spiega alla Rai – dice sempre il servizio – di non avere imposto quella scelta e assicura che i soldi, in concreto, non sono stati ancora spesi.

Precisazioni della Regione Umbria In una nota, martedì mattina la Regione precisa che «la somma del lascito trasferita dal Comune di Città di Castello è interamente presente nelle casse della Asl 1 e sinora non utilizzata». Dopodiché evidenzia che «il lascito esprime unicamente la volontà delle sorelle Mariani che se ne faccia uso per ‘alleviare la  sofferenza dei malati’ della Comunità tifernate, senza riferimento alla ristrutturazione dell’ospedale». E ancora: «La struttura dell’ex ospedale San Florido di Città di Castello è patrimonio regionale e non della ASL ed è inoltre priva della destinazione d’uso sanitaria; l’ipotesi avanzata nel 2018 dal Comune tifernate di provvedere ad uno stralcio dei lavori per utilizzare la struttura come Casa della Salute non è stata valutata fattibile dai tecnici della Regione, in quanto non si può utilizzare un solo piano senza interventi di consolidamento generale, tanto è vero che ad oggi vi è una valutazione tecnica degli uffici regionali, per la sistemazione della struttura, quantificabile in 32 milioni e 665 mila euro».

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