di Chiara Fabrizi

Un agente della polizia stradale di Todi è stato condannato a risarcire 3.084 euro al ministero dell’Interno, mentre per altri 11 colleghi dello stesso distaccamento citati dalla Procura è stata dichiarata cessata la materia del contendere, perché hanno versato autonomamente al ministero dell’Interno le somme corrispondenti al danno contestato, ovvero circa 20 mila euro totali. Tutti i poliziotti coinvolti nel procedimento, invece, sono stati condannati a pagare in parti uguali le spese legali, che sono state quantificate in complessivi 4.842 euro.

Condannato agente della polizia stradale Questa la sentenza depositata martedì mattina dalla Corte dei Conti che alla fine ha condannato uno dei poliziotti, ritenendo sufficienti le contestazioni formulate dalla Procura contabile sulla scorta dei «dati evidenziati dal sistema di allarme della caserma e dal sistema Geoweb di rilevazione Gps di posizione, oltreché dalle deposizioni acquisite» in sede di procedimento penale.

«Iniziava turni in ritardo o li finiva in anticipo» In questo quadro, per i giudici contabili «è acclarata la ripetuta interruzione del servizio esterno notturno di pattugliamento, senza che fosse stato espletato il turno completo, talora per tardiva uscita, talora per anticipato rientro in caserma», è scritto in sentenza. Il risultato di un simile comportamento contestato all’agente della polizia stradale di Todi è una «diminuzione dell’efficienza del servizio erogato ricadente di riflesso sugli amministrati».

Dolo In questo sento al poliziotto viene contestato «il danno erariale da disservizio», ma secondo la Corte dei Conti «risulta anche comprovato il dolo, evincibile dalla consapevole volontà di non ottemperare agli obblighi di servizio e di tenere un comportamento contrario ai doveri d’ufficio occultato mediante false comunicazioni alla centrale operativa alla quale veniva taciuto il rientro in caserma e, per di più, reiterato nel tempo, nonché connotato da grave negligenza». 

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