Un cacciatore (foto archivio U24)

«L’ordinanza non è solo illegittima, ma può anche configurare l’ipotesi di epidemia colposa». Lo sostengono il Wwf e la Lega per l’abolizione della caccia (Lac) all’indomani del provvedimento con cui la presidente Donatella Tesei ha consentito il libero spostamento di cacciatori per il 9 e il 10 gennaio all’interno dei confini dell’Umbria, mentre per tutti i cittadini sono in vigore le regole previste per la zona arancione, che non consentono l’uscita dal comune di residenza.

«Ordinanza Tesei illegittima e pericolosa» In una nota condivisa anche dal coordinamento Ata (Animali territorio ambiente), Animal save Perugia; e Avi vegani internazionale Umbria, le due associazioni ambientaliste rilevano che «in Umbria vi sono circa 30 mila cacciatori, tra cui numerose squadre di caccia al cinghiale che in media di compongono di 40-50 persone, che stanno insieme per lungo tempo, anche più giorni, non solo all’aperto ma anche al chiuso per l’eviscerazione e macellazione dei selvatici». In questo senso, Wwf e Lac sostengono che «questo comporta, con ragionevole certezza, la violazione delle norme sul distanziamento con rischio di creazione di focolai di contagio, per loro stessi e per chiunque incontrano nei loro continui spostamenti; lo stesso vale anche per i cacciatori singoli con spostamenti anche di lungo raggio per raggiungere i capanni o le zone di caccia».

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