Un incendio del 2023

di C.F.

In agricoltura le piogge abbondanti e concentrate in primavera di danni ne hanno fatti molti, ma hanno avuto anche il merito di salvare i boschi umbri dalle fiamme, che un’estate rovente come quella in dirittura d’arrivo avrebbe potuto favorire.

Incendi boschivi più che dimezzati La certezza, oltreché dalle cronache dell’estate, in Umbria fortunatamente a secco di roghi, arriva dal bilancio delle forze dell’ordine, che segnalano come nel 2023 si siano contati nella regione 44 incendi boschivi di cui 16 in provincia di Perugia e 28 in quella di Terni. La flessione rispetto al 2022, quando se ne contarono 110, è netta, con una diminuzione che gira intorno al 60 per cento. Più marcata la differenza della superficie divorata dalle fiamme, che quest’anno si attesta a 43 ettari di cui 22 boscati, mentre nel 2022 gli incendi avevano distrutto mille ettari.

Il sospetto del dolo a Corbara Complessivamente, poi, in Umbria sono state denunciate sei persone, tutte ritenute responsabili di incendi colposi. C’è, invece, il sospetto del rogo doloso dietro le fiamme che hanno interessato la zona del lago di Corbara, precisamente lungo la strada per Colonnetta. Qui tra il 29 e il 30 luglio si sono verificati quattro incendi che si ritiene siano stati appiccati da uno o più piromani. In questo senso le indagini stanno ancora andando avanti anche grazie all’aiuto di alcuni residenti che hanno segnalato i movimenti di alcune autovetture nelle ore in cui è stato dato l’allarme per gli incendi.

Sei denunce per incendi colposi Un agricoltore a Cammoro (Sellano) ha bruciato cinque ettari mentre stava ripulendo i terreni e per lui è scattata la denuncia per rogo colposo. Stessa accusa sia per il boscaiolo che a Monastie (Foligno), con le scintille della motosega, ha innescato un incendio di un ettaro che per il cittadino che a Colle Umberto (Perugia), malgrado il forte vento, ha bruciato potature finendo per bruciare i terreni di proprietà di un vicino. Tre le denunce per incendio colposo anche in provincia di Terni. In un caso l’accusa è scattata a carico di un operaio che, ad Avigliano Umbro sul Monte Costaiolo, lavorava con cannello a fiamma su una guaina e alla fine ha bruciato 5 ettari. Nei guai anche un altro agricoltore che per il malfunzionamento del mezzo agricolo ha mandato in fiamme 4 ettari a San Liberato (Narni). Infine, a San Mamiliano (Ferentillo) un uomo intento a ripulire delle sterpaglie innescava un incendio che si propagava in maniera incontrollata per meno di un ettaro.

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