Avvocato Simona D'Aquilio

di Maurizio Troccoli

Il caso del bambino sottratto alla madre che ha denunciato l’ex compagno per violenze, continua a fare discutere. Dopo l‘appello disperato della mamma è arrivata la presa di posizione del legale del papà del bambino che ha sottolineato come il vero danneggiato di questa vicenda sarebbe il padre che non vede il figlio da lungo tempo, per colpa della madre, considerata inidonea alla genitorialità rispetto al suo assistito. Quindi gli interventi di politici a difesa della madre e contro l’alienazione parentale e la bigenitorialità, se travalica il primato dei bisogni del bambino. Ancora: la critica di ‘parzialità’ da parte dei magistrati, alla stampa, compreso a questo giornale, sia attraverso l’Anm che con il tribunale dei Minori. Sabato, il difensore della madre, Simona D’Aquilio, ritorna sul caso, sottolineando sia la presenza della ‘alienazione genitoriale’ nelle relazioni che hanno portato alla sottrazione del figlio alla mamma, da cui, ora, sembra, si voglia prendere le distanze, sia la mancanza di attenzione verso il bambino, rispetto agli altri protagonisti, nelle riflessioni della controparte. Sull’alienazione intanto si è espressa con una seconda sentenza la Cassazione che ne ha contestato il fondamento, come ha fatto la comunità scientifica internazionale.

La difesa «Mi preme sottolineare – dice D’Aquilio – alcuni aspetti della vicenda per farla meglio comprendere a chi legge senza conoscere tanti dettagli che volutamente abbiamo omesso, nella nostra intervista. L’appello della mamma alle istituzioni e alla stampa è stato un disperato grido di aiuto per il rischio, ancora oggi elevatissimo ed ingiusto, di prelevamento del figlio affinché venga chiuso in casa famiglia come prevede il decreto del Tribunale per i Minorenni di Perugia».

Alienazione Il legale si focalizza sull’alienazione evidenziando quanto questa abbia influenzato la vicenda del bambino, fino a portare alla separazione dalla mamma. «Questo caso – aggiunge – non è unico, purtroppo, ma rappresenta la regola dei Tribunali italiani, come lo stesso avvocato del papà conferma quando asserisce che si è fatto ciò che solitamente si fa in queste circostanze cioè separare un bambino, accudito e sereno, dalla propria mamma per ripristinare la bigenitorialità con la forza e a tutti i costi. Anche a costo di distruggere la vita quotidiana di quel bambino, privato di tutto».

Distanze dalla Pas Quindi l’accusa dell’avvocato alla controparte di volere, ora, prendere le distanze dalla teoria della Pas, dopo averla avuta come uno dei principali strumenti che hanno portato alla sottrazione del bambino alla madre: «L’avvocato del padre – dice ancora D’Aquilio – si premura di precisare che questo non è un caso di Pas (sindrome di alienazione genitoriale). Si tratta, infatti, della sua nuova definizione e cioè dell’alienazione genitoriale, menzionata nelle relazioni della Usl Umbria 1 che hanno determinato il provvedimento del Tribunale. Il risultato a cui giunge la pas oggi detta alienazione genitoriale è il medesimo: prelevare il minore, inserirlo in una casa famiglia e resettarlo, per ricostruire la cosiddetta bigenitorialità a qualsiasi costo, anche qualora uno dei genitori fosse un violento». L’avvocato chiarisce di non volere entrare su alcuni particolari, non strettamente collegati al bambini, e che riguardano il papà e il suo rapporto con la ex compagna, come invece avrebbe tenuto a fare il legale di lui, con ampie descrizioni di quelle che sarebbero le gravi colpe della madre a suo avviso, limitandosi a sostenere che  «il papà del bambino, in questo caso, ha due processi penali in corso per episodi di violenza. Non è affatto un’invenzione della mamma». Il bambino che dovrebbe stare al centro di tutto, secondo D’Aquilio finisce al margine della questione:  «Al netto di tutto quanto, ci chiediamo dove sia il bambino, in tutta questa vicenda, e perché non esista alcun sentimento empatico nei suoi confronti da parte degli adulti che dovrebbero tutelarlo».

Silenzio stampa Il legale annuncia di iniziare un silenzio stampa: «In ultimo precisiamo che – dice il legale della mamma -, contrariamente a quanto si crede, la nostra fiducia nella magistratura resta immutata e, per questo motivo, ci chiudiamo nel silenzio stampa in attesa del prosieguo del procedimento giudiziario sperando che la serenità di questo bambino venga finalmente tutelata».

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.