©️Fabrizio Troccoli

di Enzo Beretta 

Gabriele Priori, l’animatore del campeggio arrestato in queste ore per violenza sessuale nei confronti di una bambina di sei anni – episodio avvenuto ad agosto quando la famiglia della piccola venne in provincia di Perugia a trascorrere qualche giorno di vacanza – in passato era già stato condannato in primo grado, ad Ancona, a sei anni, per lo stesso reato. Nel caso di specie all’ex maestro 33enne marchigiano originario della provincia di Macerata il giudice aveva riconosciuto la seminfermità mentale prevedendo una terapia in vista dell’esecutività della sentenza. 

Le indagini In seguito alle recenti indagini dei carabinieri di Perugia che hanno sentito i genitori della vittima e individuato alcune immagini pedopornografiche nell’iPhone dell’indagato, il gip Piercarlo Frabotta che ha disposto gli arresti domiciliari definisce «elevatissima» l’eventualità che il giovane possa ripetere comportamenti di questo genere. 

Prudenza A questo punto, qui, la domanda è una: può una persona condannata per violenza sessuale svolgere il ruolo di animatore e stare a contatto con i più piccoli? In queste ore che seguono l’arresto di Priori si sente parlare di casellario e carichi pendenti, certificati che il datore di lavoro può e, forse, dovrebbe pretendere prima dell’assunzione, condizionando il contratto all’esibizione degli stessi. Soprattutto dei carichi pendenti. I quali, però, hanno un limite. I carichi pendenti sono i procedimenti penali in corso: l’istanza può essere avanzata dal lavoratore alla Procura di riferimento che però ha solo i suoi: Perugia, ad esempio, non viene a conoscenza dei fascicoli aperti a Venezia, Roma o Napoli. 
Il casellario, invece, è il certificato penale e contiene le sentenze passate in giudicato: basta farne richiesta una volta sola per avere questo tipo di informazioni, ma la giustizia è piuttosto lenta e questo non è un segreto per nessuno. 
Perché non rendere fruibili le informazioni sui carichi pendenti a tutti gli uffici giudiziari e, magari, obbligare i datori di lavoro che assumono personale con incarichi così delicati a farne richiesta alla persona che si intende assumere? 
In linea generale sarebbe auspicabile un coordinamento tra gli uffici giudiziari che detengono questi dati personali sensibili per consentire a qualunque datore di lavoro e in ogni regione d’Italia di poter disporre delle informazioni necessarie riguardo la persona da assumere che verrà impiegata per stare a contatto con soggetti sensibili. Modificando la legge quante altre potenziali vittime potrebbero essere salvate?

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