di Enzo Beretta
Un uomo di 39 anni è stato rinviato a giudizio dal gup di Perugia con l’accusa di aver violentato due nipotine di sei e undici anni. Le contestazioni vanno dal 2008 alla primavera del 2019. Il capo d’accusa mette i brividi: si va dai palpeggiamenti alle molestie, fino alle violenze sessuali commesse dall’imputato al quale «erano state affidate» le vittime «per ragioni di vigilanza». Per come ricostruito dalla Procura del capoluogo umbro le giovani sono state «costrette a subire atti sessuali» di notte, nel letto, nella casa della nonna, in macchina oppure durante alcune terribili vacanze estive.
Chiusa di notte nella stanza dell’hotel «Zio, ma che fai, smetti», implorava una ragazzina durante una notte in vacanza quando «riuscì a impedire che la situazione degenerasse chiudendosi nel bagno della camera dell’hotel nel quale, impaurita, trascorse l’intera notte».
Il rinvio a giudizio Il processo per l’imputato, difeso dagli avvocati Eugenia Giglio e Luca Maori, come stabilito dal giudice Piercarlo Frabotta inizierà il 13 settembre davanti ai giudici del Quarto Collegio Penale. Le parti civili sono rappresentate dall’avvocatessa Raffaela Fiorucci. Tra le fonti di prova elencate dal pm Mario Formisano ci sono numerose testimonianze, la deposizione delle vittime sentite in incidente probatorio, il verbale di perquisizione e sequestri insieme agli accertamenti sul cellulare e sul tablet. «La difesa si riserverà di provare l’inconsistenza delle accuse nel corso del dibattimento – spiega l’avvocatessa Giglio – parliamo di un onesto lavoratore di un uomo normale».