Illustrazione Alfonso Amarante

di Marta Rosati

«In poco più di un decennio saremo immersi nella robotica e nell’intelligenza artificiale, è la destinazione di una umanità che viaggia a due velocità, quella dello sviluppo tecnologico e quella del ricambio generazionale». Più o meno con queste parole Gian Marco Veruggio proietta i lettori di Umbria24 in un futuro prossimo; e se lo dice lui, che è direttore di Ricerca al Cnr e ideatore del termine roboetica, c’è da fidarsi. La città di Narni, in questo contesto, si candida a precorrere i tempi in Europa con la possibilità di intitolare una via a Jeeg robot, aprendo a tutti (e non più solo a scienziati, docenti e ingegneri di settore) il dibattito sull’etica applicata alle macchine che via via vengono inventate per semplificare la vita, il lavoro se non addirittura per compagnia, come nel caso del ‘robot Santo’, ideato dal professore di robotica alla Waseda university di Tokyo Gabriele Trovato, un marchingegno che recita preghiere e sa tutto sulla Bibbia. Presto, la proposta del Deta (Dipartimento europeo per la tutela degli androidi) arriverà sui banchi del consiglio comunale di Narni: l’amministrazione sta seriamente valutando l’idea perché intanto pare rappresenti una straordinaria strategia di marketing territoriale, parola di assessore al Turismo, Lorenzo Lucarelli.

Deta Gian Marco Veruggio, tra scetticismo, curiosità e sapiente, moderato entusiasmo si è avvicinato al board del Deta, che si propone come ‘sindacato degli androidi’, soprattutto per provocazione, è chiaro. Partecipando ad un live talk targato U24, lo scienziato italiano ha lanciato un messaggio molto importante: «Dal killer robot a quello medico fino all’intelligenza per la guida autonoma, sono tantissimi i temi sociali, etici e legali che siamo chiamati ad affrontare anche a stretto giro; da qui a pensare che un robot diventi qualcosa in più di una macchina e quindi acquisisca una propria coscienza di acqua sotto i ponti deve scorrerne ancora tanta. Ma è chiaro – sottolinea senza alcun indugio – che io mi occuperò eventualmente dei diritti dei robot, quando vedrò rispettati i diritti di tutti gli esseri umani, c’è ancora da lavorare in questo senso purtroppo». Con toni molto più coloriti, e in qualche modo da un punto di vista opposto, è lo stesso concetto che esprime il presidente del Deta, Ermes Maiolica: «Penso al tema delle bambole sessuali o dei robot bambini, noi combatteremo perché quando verranno create macchine a nostra immagine e somiglianze, al pari delle donne e dei piccoli questi non vengano sfruttati per violenza perversioni umane».

Politica e Religione Al dibattito, come ormai noto, partecipa la Chiesa e lo ha confermato il Vaticanista Arnaldo Casali che peraltro ha in famiglia l’ideatore di un’intelligenza artificiale: «Mio fratello – racconta – docente di ingegneria all’Università Tor Vergata – ha proposto un modello che, dalla voce riconosce la positività al Covid-19, e addirittura la presenza di anticorpi in un soggetto che ha superato il virus». Intanto quel che è certo, è che l’impiego della tecnologia nei più disparati settori della nostra vita è qualcosa che viene molto più facilmente accettato dai giovani che non dalla popolazione più avanti negli anni. Lo ha riscontrato l’assessore Lucarelli tra i narnesi, all’indomani della notizia apparsa su Umbria24 poi su molti quotidiani nazionali; lo sa bene Michihito Matsuda, il politico giapponese che per la seconda volta vuole candidare un robot al suo posto a capo di un Comune non lontano da Tokyo e che ha aderito al Deta per la volontà di rompere lo status quo in materia.

Siparietto fuori onda Per via Jeeg robot a Narni intanto, mentre il consigliere di maggioranza Lorenzo Bonifazi ha elaborato un ordine del giorno a favore dell’iniziativa e Luca Tramini del M5s ha espresso apprezzamento sui social, prosegue la raccolta firme online; nel fuori onda Veruggio chiede scherzosamente a Maiolica: «Ma le firme dei robot valgono?». La risposta: «Veramente antipatico dover barrare la casella ‘Non sono un robot’, potrebbe essere la prima battaglia Deta per i diritti degli androidi». Quanto alla vivace Narni, chissà che dalla novità nella toponomastica non possa nascere un nuovo evento. Ce lo vedete un robot partecipare alla versione moderna della ‘Corsa all’Anello’? Di seguito il video integrale della diretta proposta.

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