Daniele, 5 anni, il più piccolo vaccinato

di Chia.Fa.

I primi bimbi vaccinati a Perugia sono stati Matteo, 11 anni, e Matilde, 7 anni, poi è stato il turno del più piccolo, Daniele, figlio di un rianimatore Covid del Santa Maria della Misericordia. Quando si è seduto sulla poltrona, davanti all’infermiere, il bimbo di 5 anni, che per l’occasione ha voluto indossare una camicia, ha chiesto di avere intorno mamma e papà, ma non gli è bastato e poco dopo, guardando il personale sanitario e i giornalisti, ha detto: «Posso dire che non me la sento?». Tutti fuori, giusto il tempo dell’iniezione del vaccino anti Covid-19 e nel giro di due minuti anche Daniele era in sala d’attesa, per il quarto d’ora canonico post somministrazione.

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Vaccinati i primi bimbi A chi gli ha chiesto se la puntura gli aveva fatto male, Daniele ha risposto «no», anche aggrottando un po’ la fronte, quasi a voler scacciare la paura mostrata pochi minuti prima. «Diglielo papà che torno a prendere…» qualche istante di curiosità e il rianimatore Stefano Cristallini ha spiegato: «Ah sì, certo, abbiamo detto a Daniele che con il vaccino, che protegge lui e gli altri, potremo tornare a fare i nostri viaggi in treno», anche perché il bimbo nell’ultimo anno e mezzo «si è sacrificato molto – ha raccontato il genitore – avendo dovuto rinunciare a moltissimo tempo con il suo papà, impegnato a combattere il virus in ospedale coi colleghi, e ora con il vaccino – ha detto strizzando l’occhio al piccolo – anche Daniele fa la sua parte contro questo virus».

«VI SPIEGO PERCHé VACCINARE I BIMBI»

Mille piccoli prenotati Poco meno di un migliaio, precisamente 952, i bimbi tra 5 e 11 anni che si sono prenotati per la somministrazione del vaccino. Il dato è stato fornito dall’assessore regionale alla sanità Luca Coletto ed è aggiornato alle 9.30 del 16 dicembre: «Considerando che il contagio si sta diffondendo prevalentemente nella popolazione giovane, dai 3 ai 18 anni, viene confermata l’importanza della vaccinazione per questa categoria. La Regione sta dedicando molta attenzione al tracciamento nelle scuole in modo da individuare tempestivamente i positivi e disporre l’isolamento dei contatti per circoscrivere la diffusione dell’epidemia del virus. Con incidenze più elevate infatti, conta molto il contenimento dei contagi, rispetto alla sorveglianza».

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