di Daniele Bovi
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La corsa per la poltrona di rettore dell’Università per Stranieri di Perugia è una corsa a due. A poco più di quindici giorni dalle elezioni con cui si sceglierà il successore di Stefania Giannini, approdata in Senato con la lista unica di Mario Monti, sono due infatti i candidati ad aver ufficializzato la decisione di scendere in campo per conquistare il vertice di un’istituzione antica e prestigiosa. Il primo nome è quello della professoressa Lidia Costamagna, presidente del corso di Lingua e letteratura italiana, mentre il secondo candidato è il professor Giovanni Paciullo, docente di Diritto privato da oltre 30 anni a palazzo Gallenga.
Lotta serrata Brindisino di origine, dato per giorni come possibile candidato unico prima dell’arrivo della Costamagna (anch’essa segnalata in precedenza nella rosa dei papabili) è a Perugia da quando aveva 18 anni ed ha alle spalle una lunga esperienza parlamentare, amministrativa e politica. Il 22 saranno 78 i voti a disposizione tra professori e amministrativi e i bookmakers di palazzo Gallenga, dove si stanno in queste ore le cordate a sostegno dell’uno o dell’altro candidato, parlano di una lotta serrata. Una lotta sulla quale c’è lo sguardo attento dei palazzi del potere politico ed economico. L’Università per Stranieri di Perugia è un’istituzione prestigiosa e blasonata e capire chi la governerà nei prossimi anni non è una questione secondaria da capire per il mondo politico ed economico.
Progetto di governo «Serve un progetto di governo – scrive Paciullo – a misura della complessa articolazione dell’Ateneo, della sua missione. Senza tuttavia presumere di elaborare una tavola combinatoria dalla quale ricavare tutte le soluzioni. Mi accingo a rendere note queste linee di progetto alla mia comunità universitaria e, successivamente, alla realtà locale, rideclinandole a misura dei contributi di quanti intenderanno accogliere un progetto condiviso. Autonomia e difesa della identità del nostro Ateneo rappresentano la mia primaria assunzione di responsabilità, ritenendo che il senso di una proposta di governo non stia solo nel risultato che intende conseguire ma anche nel metodo che ne caratterizza l’azione complessiva; per queste ragioni collegialità e condivisione della responsabilità intendono esserne la cifra distintiva».
Palazzo Murena Il cambio al vertice non è però in programma solo alla Stranieri. In ballo c’è anche palazzo Murena, sede dell’ateneo perugino. Per la carica di rettore, come di fatto ufficializzato proprio giovedì, ci sarà anche Mauro Volpi che ha già fatto capire quale sarà lo slogan di queste settimane che porteranno alle elezioni del 13 giugno: «Vogliamo invertire la rotta». In una conferenza stampa con al fianco Loris Nadotti e Francesco Merloni (poco più in là anche Mancini e Liotta) Volpi dopo le polemiche degli scorsi mesi è stato chiaro: «La sentenza sulla riforma Gelmini verrà depositata la prossima settimana, ma dopo aver interpellato anche illustri giuristi, posso ritenermi eleggibile».
Amministrazione obsoleta E poi partono le critiche a tutto ciò che non funziona: «Amministrazione obsoleta – ha detto -, precaria e centralizzata, che non ha fatto formazione per il personale e si è caratterizzata per una governance poco trasparente». Merloni dalla sua bombarda l’attuale rettore Francesco Bistori, il cui rettorato è «prorogato e vagamente delegittimato. Vogliamo fermare il declino dell’Università e farla ripartire». Parlando degli altri candidati Volpi ha osservato che con Maurizio Oliviero «ci possono essere convergenze, non siamo per forza alternativi», mentre Bidini ed Elisei rappresentano visioni alternative. Sul primo spiega che in questo momento non serve «una guida affidata ai tecnici, serve una visione strettamente politica dell’Ateneo»; con il secondo invece «è impossibile essere sulla stessa lunghezza d’onda, siamo alternativi».
Cinque capitoli Quaranta, secondo quanto spiegato da Volpi, i colleghi «di quasi tutte le facoltà» in suo sostegno che hanno contribuito alla stesura di un programma in cinque capitoli. Con un sito che sarà attivo da lunedì inoltre (www.invertirelarotta.it), si raccoglieranno tutte le proposte che arriveranno. Una proposta «di rottura rispetto alle vecchie logiche, nessuna conventicola ma un programma per ridare ossigeno all’Ateneo». PIù in particolare il programma stilato va dalla didattica alla ricerca, dal governo dell’istituzione fino ai rapporti con le realtà esterne.
Didattica e studenti Tra i punti che emergono un rilancio dei dottorati di ricerca, un nucleo di valutazione autorevole e indipendente, un fondo di ateneo per la ricerca di base, rivisitazione dell’offerta didattica secondo criteri di investimento prioritario su quei settori di elevata qualità della docenza. I servizi andranno poi riprogrammati insieme agli studenti pensando all’ammontare delle tasse fino a rappresentanza e biblioteche, trasparenza per documenti e delibere, un direttore generale scelto con procedura aperta, dipartimenti con una centralità rafforzata, apertura alla società civile e al mondo del lavoro e delle imprese.