di Daniele Bovi
Quattro milioni e mezzo di euro. Tanto è costato all’Università di Perugia il forte calo degli iscritti. Il dato è emerso mercoledì quando il Senato accademico ha dato il via libera al bilancio di previsione 2014 e a quello pluriennale 2014-2016. Numeri che ovviamente hanno portato all’apertura di un dibattito, all’interno del quale c’è chi indica tra le cause l’offerta formativa che si è ridotta nel tempo e pure i discussi ranking sfornati ogni anno e ai quali sempre più si rivolge chi deve scegliere dove iscriversi. Altri invece chiedono di puntare molto sull’internazionalizzazione dell’Ateneo. Una prima risposta del Senato sta nei numeri messi a bilancio: 60.780 euro per una serie di azioni volte all’orientamento, alla promozione, alla comunicazione e al potenziamento dell’immagine dello Studium perugino. Il tutto, ovviamente, con lo scopo di attrarre più matricole.
I numeri Proprio questo è stato il centro di uno degli interventi, quello del professor Segatori, che ha chiesto un piano aggressivo di marketing entro la fine di gennaio. Tra le altre poste iscritte a bilancio (le risorse che arrivano dal Fondo di finanziamento ordinario sono 128,7 milioni di euro, l’1,5% in meno rispetto al 2013) 40 mila euro per i futuri 16 Dipartimenti (che dal primo gennaio con la riforma sostituiranno le Facoltà) più 160 mila da dividere su base premiale; 600 mila euro per la ricerca di base, da dividere tra prof e ricercatori sulla base di criteri ancora da decidere; 508 mila euro per la retribuzione aggiuntiva di ricercatori (secondo i calcoli del professor Montrone, delegato al Bilancio, circa 20 euro lordi l’ora) e anche 50 mila euro per incentivare la mobilità pubblica nella zona della Conca.
Twitter @DanieleBovi