di Chia.Fa.
«Tre omofobi a Terni» con la foto del sindaco Leonardo Latini e il senatore leghista Simone Pillon. A scattare il selfie è il vicepresidente del consiglio comunale, sempre leghista, Devid Maggiora che ha postato l’immagine sulla propria pagina Facebook, bollando di fatto se stesso e gli altri due rappresentati eletti come soggetti caratterizzati da un’avversione nei confronti degli omosessuali, salvo poi precisare che è «autoironia». L’iniziativa social è di venerdì sera, quando la foto è stata scattata nel bar di un albergo di Terni, che ospitava un evento della Lega, ma l’aperitivo con selfie fa inevitabilmente discutere.
«Tre omofobi a Terni» Tant’è che subito con un commento viene chiesto a Maggiora se sta scherzando, lui conferma e poi prova a spiegare che «non è mia intenzione scherzare sull’omofobia che è argomento serio e delicato ma – scrive il consigliere comunale – sul fatto che al sen. Pillon qualcuno lo accusa quotidianamente di essere omofobo per i motivi più assurdi». Da capire se il sindaco Latini e il senatore Pillon fossero a conoscenza della fine che avrebbe fatto il selfie con Maggiora, ma di certo una volta pubblicato il post è rimasto al proprio posto per tutta la notte, poi sabato mattina è sparito dai radar un paio di ore: il vicepresidente del consiglio comunale non ha cancellato il post in cui bollava se stesso il sindaco e il parlamentare come tre omofobi, come inizialmente riportato, ma è stato Facebook a oscurarlo per un paio di ore sulla scorta di una serie di segnalazioni, dopodiché il contenuto è tornato visibile a tutti.
Post oscurato due ore Nel frattempo sui social e non solo in molti condannano il gesto di Maggiora con Latini e Pillon: tre giovani postano una loro foto all’interno della biblioteca comunale, scrivendo «Per il sindaco: tre omosessuali in Bct». Colpisce tanti, invece, il post di un giovane ternano che scrive: «Per voi forse è un gioco, forse per voi sono solo risate e selfie, ma per una persona omosessuale l’omofobia non è divertente. Non sorridevo quando ho iniziato a capire di essere gay. Non sorridevo mentre mi vergognavo di essere me stesso. Non sorridevo quando ho pensato di farla finita perché pensavo di non essere in grado di affrontare i pregiudizi, l’ignoranza e l’odio. Non sorridevo quando sentivo dire frocio de merda e speravo non si riferisse a me. Non ho sorriso quando a vent’anni ho preso coraggio e ho deciso di dichiararmi ai miei genitori. Non sorrido quando un senatore, un sindaco e un consigliere fanno ironia sull’omofobia. Ma mi fate sorridere pensando che avete bisogno di deridere qualcuno per sentirvi migliori. Sorrido perché sono fiero di essere me stesso».
Gentiletti: «Sindaco chieda scusa» Il post del giovane diventa virale e raggiunge il consigliere comunale di Senso civico Alessandro Gentiletti che si schiera tra chi non considera «divertente scherzare con l’omofobia» e, sempre sui social, scrive: «Caro Leonardo Latini sindaco di Terni e caro Devid Maggiora, sapete che non sono un bacchettone, ma scherzare sull’omofobia, che ogni anno miete tante, troppe vittime, soprattutto fra i giovani, non è per niente divertente. Immagino che voi siate convinti di non essere omofobi. Allora perché il Comune di Terni non ha firmato il protocollo regionale contro la omotransfobia?». E sabato mattina sempre Gentiletti chiede al sindaco Latini di «dissociarsi e chiedere scusa».
@chilodice