di Mar. Ros.

Inizia nel segno dell’ilarità e all’indomani della maxi inchiesta sugli appalti a Terni la serie di iniziative dedicate alla legalità, promosse da Acciai speciali Terni sulla base del protocollo sottoscritto in prefettura oltre un mese fa. A moderare il primo legality day alla sala blu di palazzo Gazzoli è il comico Dario Vergassola che apre con una battuta pungente: «L’argomento è scottante visto quanto accaduto ieri, so che c’è stato un ‘blitzone’. Complimenti a chi ha organizzato l’operazione, tempismo perfetto».

Obiettivo legalità Sul palco insieme a Vergassola, come anticipato, venerdì pomeriggio c’erano Mario Sechi, Candida Morvillo e Pietrangelo Buttafuoco. Giornalisti e volti noti, personaggi di spessore che hanno molto da raccontare e pure da raccontarsi. Vergassola indirizza magistralmente la conversazione sul piano dell’ironia acuta e ne esce un evento esilarante quanto profondo e apprezzato dal pubblico. «Siamo tanto famosi per la corruzione, perché nasconderla negli appalti? Non era meglio se a expo si allestiva un padiglione  dedicato? E la mazzetta non potrebbe diventare patrimonio dell’Unesco?».

Tk-Ast Queste e molte altre le domande poste dal comico agli altri tre ospiti dopo l’introduzione di ììel responsabile delle relazioni esterne di Ast Tullio Camillieri. Nella sala blu del Gazzoli non sono mancate riflessioni sul prossimo referendum costituzionale e si è parlato persino di Fabrizio Corona. La Morvillo, che da direttore di Novella 2000 lo cacciò dall’ufficio perché aveva le mutande in vista, di lui dice: «Incarna un po’ l’italiano furbetto medio solo che ha  il coraggio di dirlo, la sua vicenda la dice lunga sul senso della legalità in Italia».

La terza Repubblica Vergassola parte da Mani Pulite e Sechi: «Sembravamo agli albori di una vera rivoluzione ma mica si è vista tanto perché il sistema politico ha sostituito le figurine ma non le regole del gioco e questo ha prodotto il salvataggio di un partito post-comunista e poi l’ascesa di Di Pietro, Berlusconi e Bossi senza scalfire l’intreccio burocratico tra politica e sistema giudiziario e quindi siamo rimasti senza cambiamento vero». Buttafuoco sullo stesso argomento: «Da allora abbiamo perso pezzi importanti di sovranità, all’Italia cioè manca capacità decisionale sul proprio destino, quella era ua stagione in cui il sistema politico aveva un peso vero. Ora la storia impone di muoverci come in un acquario, non oltre. Il ceto politico segue ed esegue quanto impongono altre istituzioni».

Donne e peculiarità regionali Esiste un tipo di corruzione legata al sesso? Un altro degli interrogativi posti e la Morvillo: «Le cronache ci hanno raccontato di corpi femminili utilizzati come tangenti, nella famosa inchiesta sulla cricca mi pare siano state recensite 250 escort». Buttafuoco è stato invece chiamato a raccontare un po’ la sua terra, la Siciliadella quale ha raccontato la storia dell’assessore regionale, la dottoressa Borsellino e suo fratello, che si dimisero perché si difendevano dall’impostura, la stessa che in nome dell’antimafia ha in realtà podotto controllodel territorio sovvertendo ogni principio di legalità. In quella terra è difficile vivere, gli imprenditori hanno due possibilità, o andare in galera o farsi ammazzare dalla mafia, ecco perché non esiste più industria; è solo una triste pesante e insopportabile impostura».

Referendum costituzionale Il dibattito ha preso il largo, Vergassola ha punzecchiato gli ospiti anche sul referendum; Sechi: «Che vinca il sì o il no, l’indomani c’è bisogno di riunificare il Paese e forse fare gli italiani, ci sono trappe diversità e centinaia di migliaia di persone che emigrano ogni anno. Tra i problemi di chi investe in Italia, al primo posto c’è la tassazione, al seconde la regolarizzazione fiscale, la corruzione è al quinto posto». I tre giornalisti: «La corruzione è ovunque nel mondo» ma Buttafuoco citando Orson Welles: «In Italia, sotto i Borgia, per trent’anni hanno avuto guerra, terrore, omicidio, strage ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, con cinquecento anni di amore fraterno, democrazia e pace cos’hanno prodotto? L’orologio a cucù. Visto quanto accaduto in vista di questo referendum del 4 dicembre prossimo – ha aggiunto – mi viene da dire che la legalità deve passare attraverso le forche caudine della richiesta elettorale».

Acciai speciali Terni Vergassola frizzante come sempre sdrammatizza: «È vero che quando compri un onorevole, devi tenere lo scontrino perché se sbagli taglia non te lo cambiano?». Ma Sechi insiste: «Questo referendum non sarà per scegliere Monarchia o Repubblica ma è fondamentale. Se l’Italia dice no, vuol dire che sta bene così, se dice sì ammette che forse è il caso di riformarsi davvero. Che Renzi cerchi consenso è naturale». Ma Buttafuoco replica: «Il problema non sono tanto le idee quanto le facce che le rappresentano». L’orientamento contrapposto dei due emerge insomma con chiarezza, ma che vinca il sì o il no, Ast prosegue sulla via di obiettivo legalità. Il prossimo appuntamento dovrebbe tenersi prima di Natale.

@martarosati28