di Mar.Ros.

Cultura della sicurezza. Ambiente. Salute. Investimenti. Burocrazia. Fattore umano. Familiari delle vittime. Scioperi. Protocolli. Dolore. Brividi. Senso di fallimento. Giustizia. Prevenzione. Arriva tutto questo alla platea della Fiom Cgil di Terni presente mercoledì pomeriggio alla Sala degli Edili di Terni per la presentazione del libro ‘Ti aspetto a casa’ di Loriana Lucciarini, già autrice di ‘Doppio carico’. Sono i temi legati al mondo del lavoro, così pericoloso, così precario. Un’iniziativa che arriva a 16 anni dalla strage del rogo Thyssenkrupp di Torino come testimonianza di una memoria da tenere sempre viva, col pensiero a quei sette operai dell’acciaieria piemontese che persero la vita, come agli otto che dal 2007 hanno trovato la morte nel sito di Terni e tutti gli altri più o meno giovani che nel corso della storia sono usciti al mattino per svolgere le proprie mansioni e non sono mai rientrati a casa.

‘Ti aspetto a casa’ «Il libro – ha detto il segretario Fiom Cgil di Terni Alessandro Rampiconi – non racconta solamente il dramma delle morti bianche ma diventa uno strumento di lavoro in un mondo occupazionale che è sempre più precario. Abbiamo l’obbligo di discutere di quanto avviene e di proporre soluzioni. Questa iniziativa di oggi conferisce maggiore concretezza al ricordo di quell’incidente di 16 anni fa a Torino dentro l’azienda allora Thyssenkrupp, con impianti gemello a quelli di Terni. Dai racconti proposti da Loriana Lucciarini emerge inoltre con forza la burocrazia che attanaglia il Paese e tanti altri aspetti collegati al delicato tema».

Lucciarini L’autrice racconta il suo libro come «Tre anni di fatica, anche emotiva. L’idea era quella di un romanzo, poi la casa editrice ha fatto una controproposta e sono arrivata a immergermi nel Lavoro, dentro i rischi dei vari settori occupazionali, tra le storie, le leggi, le consuetudini. Ho incontrato l’esigenza di cambiamento di approccio e la necessità di maggiore sicurezza, non senza il bisogno di qualcuno che aiuti a richiederla».

Morti bianche È qui che si inserisce, come imbeccato dal giornalista Fabrizio Ricci, il ruolo del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Tra le grandi questioni sollevate, infatti, quella dell’accesso negato a un Rls sul luogo di un infortunio grave, quindi la crescente partecipazione dei lavoratori nell’elaborazione di piani sulla sicurezza ma anche la permanenza di troppi limiti.

Quando il lavoro uccide Ad alto impatto l’intervento del numero uno della Cgil di Terni Claudio Cipolla: «Parlare con un collega adesso e ritrovarlo sotto un lenzuolo bianco mezz’ora dopo, posso assicurare che toglie qualche notte di sonno. Quella mattina del 6 dicembre 2007 a Terni si parlava dell’incidente di Torino. Inizialmente si vociferava di feriti, poi pian piano il quadro si è fatto amaramente più chiaro».  Il segretario ha ricordato le due ore di sciopero, la partecipazione alla manifestazione di Torino tra l’imbarazzo per chi riteneva che la chiusura di quel sito fosse opera dei ternani».

Fiom Cgil Terni Ricordi emotivamente toccanti ma anche di concretezza: «L’anno dopo – dice Cipolla – firmavamo a Terni il protocollo sulla sicurezza». Ma il libro è l’occasione anche per raccontare le sensazioni che si provano vedendo un collega morto, l’accesso negato ai familiari, le autorità che si apprestano a fare i controlli e la giustizia che inizia il suo corso alla ricerca di un colpevole, in un vortice di dolore e paura che attanaglia e lascia ogni volta uno o più vuoti, in un senso di smarrimento e fallimento fino alla molla del ‘nero su bianco’ per prevenire nuove tragedie, partendo dal confronto e dalla partecipazione delle maestranze.

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