di Chiara Fabrizi
«Vorrei stringere un patto con gli imprenditori e i tecnici nel segno dell’autocontrollo sociale per allontanare definitivamente chi usa cemento depotenziato per la ricostruzione e chi assume trecento incarichi facendo firmare due righe ai terremotati». Questa la proposta messa sul tavolo dal commissario Vasco Errani che a Spoleto ha partecipato al confronto a tutto campo organizzato da Cgil, Cisl e Uil per discutere della pesante pratica della ricostruzione. Con lui la presidente della Regione, Catiuscia Marini, che di fronte al centinaio di lavoratori e imprenditori presenti all’Hotel Albornoz ha detto: «Il danno indiretto (per ora non riconosciuto, ndr) è un tema su cui c’è la necessità di continuare a discutere con governo e Parlamento per permettere alle imprese turistiche e commerciali perlopiù di natura familiari di superare questa fase di transizione, così come occorre confrontarsi col governo sulla parametrazione di Imu e Tari – richiesta più volte dalla platea – al fine di assicurare ai Comuni la copertura per minori entrate». Sull’agognata misura di sostegno alle imprese la conferenza dei capigruppo del consiglio regionale proprio lunedì su proposta di Raffaele Nevi (Forza Italia) ha convocato per il 28 febbraio una seduta straordinaria.
Terremoto, sindacati convocano Errani e Marini Gli interventi di Errani e Marini sono arrivati a margine di un lungo confronto tra i rappresentanti sindacali e quelli delle associazioni di categoria da Confindustria a Coldiretti, che in massa hanno partecipato all’incontro senza risparmiare critiche e bacchettate su quanto finora fatto. A definire il perimetro del confronto è stato il segretario provinciale della Cgil, Filippo Ciavaglia: «A quattro mesi dal sisma di ottobre, possiamo dire di essere ancora nella fase dell’emergenza con la ricostruzione che è ben lontana dall’essere iniziata». Ciavaglia nella relazione iniziale condivisa anche con Cisl e Uil ha parlato di ritardi e criticità, come sulla pratica container collettivi, e richiamato più volte il modello del ’97. Tra i tasti più dolenti anche la viabilità «che ha mostrato tutta la sua fragilità e rischia – ha detto il segretario provinciale della Cgil – di penalizzare ulteriormente tutta la zona del cratere». Timori forti sono poi legati al futuro della Valnerina dove a far paura è prima di tutto lo spopolamento «fenomeno testimoniato anche dai dati sulla frequenza scolastica, in netto calo rispetto all’anno precedente». Pesanti anche le preoccupazioni sotto il profilo economico coi sindacati che rilevano come il sisma «non abbia risparmiato nessun comparto». Da qui l’appello rivolto al sistema imprenditoriale: «Se gli imprenditori sono disponibili a ricostruire muri, che si faccia anche lo sforzo di ricostruire lavoro nelle aree del sisma». Il sindaco di Spoleto, Fabrizio Cardarelli, ha invece lanciato l’ennesimo grido di aiuto sostenuto dal presidente di Confcommercio, Tommaso Barbanera.
Imprenditori chiedono Imu e Tari più leggere Gli imprenditori hanno poi tutti trovato la quadra intorno alla richiesta di intervenire anche sui tributi locali. Il presidente della Camera di Commercio, Giorgio Mencaroni, dopo aver ricordato la battaglia con Mediaset accusata di spaventare i turisti, ha detto: «Sui danni indiretti si potrebbe prevedere un indennizzo da calcolare col metodo del fatturato medio dei bilanci precedenti, ma noi prima di tutto abbiamo bisogno di lavorare per tenere aperte le nostre aziende. Al di là della cassa integrazione, chiediamo per le imprese fuori dal cratere almeno ritocchi all’ingiù delle tasse a cominciare da Imu e Tari». Una richiesta condivisa anche dalla presidente di Confindustria Spoleto-Valnerina, Laura Tulli, e dal presidente regionale della Coldiretti, Albano Agabiti: «Paradossalmente abbiamo danni più gravi nelle aree fuori cratere – ha detto Agabiti – e mi riferiscono in particolare alla ricettività rurale e alla vendita diretta dei prodotti che ha registrato un crollo molto vicino al 100%. Per questo serve attivarsi su alcune direzioni, prima fra tutti tasse e tributi che vanno parametrati alla situazione attuale. Prima di capire come recuperare i danni già subiti credo che sarebbe opportuno lavorare per evitare di farne di nuovi, propongo alla presidente Marini – ha detto – un tavolo di coordinamento regionale per definire una linea fiscale comune con tutti i municipi coinvolti».
Coldiretti: «Solidarietà ci ha tenuto in vita» Poi il punto sugli interventi compiuti in questi mesi per assicurare il prosieguo dell’attività produttiva alle imprese del comparto agricolo e zootecnico di Norcia, Preci e Cascia: «Con la realizzazione delle stalle provvisorie siamo all’80 per cento – ha proseguito Agabiti – mentre per la funzionalità siamo ancora a metà percorso, ma nessuna stalla si è mossa dal territorio». Sul risultato ha inciso anche la solidarietà: «Le tante iniziative del periodo natalizio hanno consentito alle imprese agricole della Valnerina non perdere competitività a livello nazionale e anche internazionale e quindi di difendere quote di mercato».
Da Marini ok ai tavoli per protocolli operativi su ricostruzione E qui si è inserita la presidente Marini: «Oltre alla gestione dell’emergenza, che permarrà finché non finiranno le scosse, e alla ricostruzione dobbiamo contestualmente definire un progetto di rilancio socio economico per le zone colpite. Nel ‘97 l’emergenza e la ricostruzione sono state due partite separate, così come allora le risorse venivano stanziate anno per anno, mentre ora sono già tutte a disposizione. Abbiamo tutta la voglia di rendere le imprese protagoniste della ricostruzione per cui ben vengano i tavoli territoriali per la partecipazione da cui mi aspetto – ha detto – la definizione di protocolli operativi per la ricostruzione».
«Denunciate ‘infedeli’ della ricostruzione» Errani, contestato al pari della presidente Marini da uno dei presenti, ha detto: «Siamo di fronte all’evento più distruttivo degli ultimi cento anni e per risollevarci, oltre a norme e risorse che già ci sono, serve un progetto comune con forze sociali, associazioni di categoria e cittadinanza. Sui ritardi – ha detto – sfido chiunque a dimostrarmi che nelle emergenze passate ci sia stato qualcosa di più rapido ed entro dieci giorni uscirà anche l’ordinanza per tutti i tipi di ricostruzione, che dovrà consegnarci un patrimonio edilizio migliore di quello precedente al sisma ma per farlo serve salto culturale e discussione con le comunità locali». Poi il nodo della legalità che Errani ha affrontato con molta chiarezza: «Dal ‘97 a oggi sono cambiate molte cose, come le strategie della criminalità organizzata che deve rimanere lontana da questi territori sani, diversamente rischiamo di fare un danno ben più grave del terremoto. La ricostruzione di qualità è in mano a professionisti e imprese con cui vorrei fare un patto nell’ambito dei tavoli che avete richiesto: chi fa cemento depotenziato venga allontanato perché fa danno alle imprese e ai cittadini proprietari con fondi pubblici, così come vorrei che venissero fatti i nomi e i cognomi dei tecnici che assumo 300 incarichi facendo firmare due righe ai terremotati. Ho proposto agli ordini e alle imprese di costruire un sistema di autocontrollo sociale, perché le norme ci sono già. Ma qui serve una cultura condivisa capace di rappresentare e perseguire il progetto che abbiamo».
@chilodice