di Marco Torricelli
Il taglio dei pini in via Turati, quello di altri alberi al parco Rosselli e, più in generale, la gestione del verde pubblico, sono faccende che appassionano. E che, spesso, offrono anche ‘il destro’ a chi vuol polemizzare. Se, poi, ci va di mezzo il bilancio comunale, la questione diventa spinosa.
Il verde In effetti, stando al piano regolatore approvato nel 2008, la situazione non sarebbe brillantissima: a fronte della quantità di verde attrezzato e sport prevista (erano sei milioni e 50 mila metri quadrati; ndr), quello realizzato e fruibile risulta essere di due milioni e 132 mila metri quadrati. Un quarto, più o meno.
La delibera Tanto che nel marzo scorso, la vecchia giunta comunale aveva deliberato «di approvare il programma predisposto dalla direzione urbanistica, che definisce gli interventi che l’amministrazione comunale intende intraprendere nei prossimi anni, tesi alla riqualificazione ambientale di aree pubbliche o comunque ad uso pubblico». E aveva anche indicato le priorità.
Le priorità I primi interventi da attivare, aveva stabilito la giunta, «riguardano un primo stralcio del percorso pedonale di collegamento tra la cascata delle Marmore e il centro città; un primo stralcio dei lavori per la riqualificazione delle aree verdi funzionalmente legate ai giardini pubblici della Passeggiata; il giardino zen presso il parco pubblico di viale Trento e l’intervento per la piena fruibilità dei giardini XIII Giugno». Dice: va bene, ma servono i soldi e, con questi chiari di luna, dove li trovi?
Il ‘tesoretto’ Uno ripensa a quella delibera e gli viene in mente di chiedere chiarimenti: «Allora – spiega l’ex assessore Marco Malatesta, che quando lo vado a trovare al lavoro indossa la divisa di ordinanza da vigile del fuoco – istituimmo un capitolo di spesa specifico, nel quale facemmo confluire tutte le risorse economiche derivanti dall’applicazione delle sanzioni emesse in seguito all’accertamento di danni ambientali, ma anche specifici introiti legati ad interventi privati. E quei soldi devono essere ancora lì. A disposizione». E si tratta di una bella somma: 600 mila euro, circa.
La norma Stando alla legge, infatti, «le somme riscosse, sono utilizzate, oltre che per l’esecuzione delle rimessioni in pristino, anche per finalità di salvaguardia nonché per interventi di recupero dei valori paesaggistici e di riqualificazione degli immobili e delle aree degradati o interessati dalle rimessioni in pristino. Per le medesime finalità possono essere utilizzate anche le somme derivanti dal recupero delle spese sostenute dall’amministrazione per l’esecuzione della rimessione in pristino in danno dei soggetti obbligati». E non per altro.
Il patrimonio Quel piccolo capitale, dice Malatesta, deve essere ancora a disposizione, perché «venne ‘messo da parte’ tenendo presenti le priorità individuate e nel pieno rispetto della normativa, oltre che di una sensibilità condivisa: eravamo consapevoli che fosse necessario garantire una fonte certa di finanziamento per realizzare delle opere di primaria importanza per una città che doveva, e deve, salvaguardare il proprio patrimonio ‘ verde’».
I dirigenti Un’operazione, dice ancora l’ex assessore, «che fu possibile grazie alla grande disponibilità ed allo straordinario senso di responsabilità dei dirigenti della divisione urbanistica, che fecero proprio il progetto e sposarono in pieno i suoi principi ispiratori, che volevano garantire la possibilità di dar seguito ad idee innovative e, soprattutto, virtuose: incrementare e mettere a regime il patrimonio verde a disposizione dei cittadini».
Il bilancio Ma adesso c’è da affrontare una questioncina mica da ridere come il bilancio preventivo – e la battaglia sul ‘consuntivo’ la scia immaginare che a settembre sarà un inferno – e quei 600 mila euro potrebbero tornare utili. Anche se la delibera parlava chiaro: quelle risorse devono essere utilizzate solo per gli scopi previsti.