Il presidente Asm Carlo Ottone

La delusione dei ricercatori Isrim, la rabbia dei consiglieri di minoranza, le tensioni nella seduta di lunedì: quella speranza confezionata un mese fa denominata ‘Asm lab’ svanisce nel tecnicismo del parere dei revisori dei conti eppure Asm Terni spa, rispondendo alle esigenze del Comune e della Regione Umbria nel rivedere i piani di ricerca, sviluppo e possibili integrazioni di filiera, vista la situazione che si era determinata con il fallimento dell’istituto di ricerca aveva messo a disposizione i suoi asset per dare una risposta di innovazione alla città e di occupazione alle professionalità maturate nell’ambito dell’esperienza Isrim.

Asm Terni spa In una nota, la multiutility cerca di fare chiarezza sulla vicenda ‘Asm lab’ perché quanto accaduto ieri in consiglio comunale non generi una dannosa confusione né vanifichi gli sforzi dell’azienda nel settore ambientale e nel settore energetico. «Asm Terni – scrivono proprio dall’azienda – negli ultimi anni ha tracciato un percorso innovativo di sviluppo tecnologico che ha ricaduta nell’intera comunità. Tutto ciò rende inevitabile l’utilizzo di un Centro di ricerca e di sviluppo per poter proseguire in autonomia questo processo, così come confermato dal Consiglio Comunale di Terni che ha modificato lo statuto di Asm Terni inserendo la possibilità di utilizzare i fondi comunitari come elemento di interesse generale dell’intera comunità e di sviluppo aziendale».

‘Asm lab’ «La proposta della newco – precisano – non aveva intenzione di suscitare elementi di frizione nelle componenti sociali della città, bensì quello di dotare l’Umbria di un centro avanzato di ricerca, potendo utilizzare, tra l’altro, figure professionali già facenti parte dell’Isrim».  Non tutto è andato come si sperava, in ogni caso dall’azienda sottolineano che il piano industriale di Asm è supportato da normative nazionali di riferimento, come la finanziaria del 2008 «che, – scrivono – si ricorda, da un lato vieta la costituzione di (ed il mantenimento di partecipazioni in) società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle finalità istituzionali della pubblica amministrazione, dall’altro sancisce che è sempre ammessa la costituzione di società che producono servizi di interesse generale».

Isrim Nella stessa nota, Asm precisa inoltre che sul progetto, per il quale avrebbe investito 350 mila euro, c’era il parere legale positivo sul reimpiego di alcune figure professionali provenienti da Isrim: facendo ancora riferimento alla legge finanziaria, «l’assunzione – scrivono – potrà realizzarsi attraverso una selezione del personale, nel rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità e imparzialità. La selezione potrebbe essere anche mirata e circoscritta assumendo rilievo l’esigenza di tutela dell’occupazione nel territorio e la salvaguardia delle professionalità del personale della società fallita». Niente di più calzante a giudicare da quanto si legge, ma per il momento nuove soluzioni prêt à porter non ce ne sono, la discussione ricomincerà nell’ambito dei lavori di commissione.