Stoppare il cantiere del teatro Verdi per approfondimenti e valutazioni di soluzioni alternative. Questa l’intenzione dichiarata dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi, nel giorno della proclamazione. Per restituire nuova vita a quel teatro, chiuso da tredici anni, c’è già un progetto esecutivo derivante da concorso, due gare per altrettanti stralci lavori sono già state espletate e soprattutto ci sono sul tavolo i finanziamenti necessari per coprire le spese, tra contributi regionali, fondi Pnrr e quelli di Fondazione Carit.
Teatro Verdi La volontà espressa dal primo cittadino che da tempo manifesta la sua attrazione per una soluzione ‘Polettiana’ del bene di Corso Vecchio, preoccupa un po’. Nessuno si esprime ancora ufficialmente ma una sorta di ‘alzata di sopracciglio’ dietro gli occhiali del sindaco uscente Leonardo Latini, è stata percepita mercoledì scorso e la stessa sarebbe stata più o meno la reazione del presidente di Fondazione Carit Luigi Carlini che difficilmente farebbe marcia indietro sul finanziamento, ma impossibile non provi un certo timore per ulteriori ritardi sulla realizzazione dell’intervento. Dopo lo scempio della Fontana di piazza di Tacito, per la quale è servito tanto tempo e non pare sia stato comunque utilizzato al meglio, la speranza che, almeno adesso, per il Verdi si potesse fare bene e in fretta, va sfumando col rallentamento che Bandecchi vuole imporre. Tuttavia, tanto più quando c’è un assessore con delega ai Rapporti con la Fondazione, nessuno da Palazzo Montani vorrà sbilanciarsi fin quando non avrà avuto un confronto col nuovo sindaco. Chissà se allora l’imprenditore livornese sarà ancora anche presidente della Ternana.