Consiglio comunale di Terni (foto Rosati)

di M.R.

Approvata con 19 voti favore e 11 contrari la delibera di messa in liquidazione di Usi, col benestare della maggioranza, che avalla l’interpretazione fornita dall’assessore alle partecipate Vittorio Piacenti D’Ubaldi, che in sostanza ha più volte parlato di unica via percorribile, e la minoranza che sospetta sia che invece la decisione sia soltanto un tentativo di camuffare voragini di bilancio della società partecipata.

Approvazione Alla fine la delibera è passata ma non sono mancati attacchi pesanti alla giunta e in particolare all’assessore Piacenti per la gestione dell’iter che ha condotto alla discussione sul destino di Usi e dei suoi dipendenti nel corso dell’ultima settimana. C’è inoltre preoccupazione per il futuro dei lavoratori e dell’ente: «Chi pagherà i debiti della società che oggi si mette in liquidazione? – chiede Marco Cecconi di FdI – altro che razionalizzazione questo è il cimitero delle partecipate: oggi muore Usi e risorge la vostra mala-amministrazione».

Ferranti Da tutti i gruppi è stato ribadito lo stesso concetto in diverse salse: «Si procede a questa operazione di liquidazione di una partecipata – ha detto Francesco Ferranti di Fi, anche se il sentimento è comune – con la motivazione strumentale dell’impossibilità al raggiungimento delle finalità oggettive . In realtà – accusa – il motivo è meramente economico e ha a che fare con le perdite milionarie, solo nel 2014 oltre 2.4 milioni di rosso,  e si profila l’ illegittimità – ha concluso – di una delibera ideologicamente falsa, un nuovo caso Isrim con la promessa di ricollocare i dipendenti in Terni Reti senza un piano industriale ufficialmente presentato». Appunti fatti all’amministrazione e ripresi totalmente anche dal gruppo M5s che si era già espresso in mattinata.

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I love Terni «C’indigna – ha detto Enrico Melasecche – che la giunta non ammetta delle assolute evidenze. Solo questa mattina l’assessore ha consegnato il consuntivo 2014; la verità emerge in tutta la sua pesantezza, con 2,3 milioni di di perdita. La situazione era ed è gravissima, ma evidentemente l’amministrazione ha ritenuto che occorresse continuare a dare ossigeno, senza una politica di bilancio, specie nell’ultimo anno e mezzo e ora – ha l’ultima stoccata del consigliere d’opposizione – non c’è neanche un piano industriale di Terni Reti e un futuro certo per i lavoratori di Usi».

Maggioranza A nome del Pd la parola l’ha presa il capogruppo Andrea Cavicchioli, rilanciando le motivazioni della liquidazione fornite da Piacenti D’Ubaldi: «Agli enti è stata imposta una profonda revisione del sistema delle partecipate, per altro nel bilancio previsione noi abbiamo inserito risorse molto inferiori rispetto ai piani che aveva Usi; con quelle risorse – ha precisato – l’azienda non ce la fa. Al percorso individuato non c’erano alternative». Sotto il profilo occupazionale, poi, anche l’intervento di Faliero Chiappini, consigliere di maggioranza, non lascia ben sperare sul successo della ricollocazione dei dipendenti, per qualcuno promessa più che assicurata, tant’è che la delibera passa con 19 voti favorevoli emendata dalla maggioranza. Nel testo è stato inserito:  «Il consiglio impegna il sindaco e la giunta a confrontarsi con le organizzazioni sindacali e a porre in essere ogni azione diretta a salvaguardare l’occupazione dei lavoratori dipendenti, chiedendo altresì  la scrupolosa osservanza delle disposizioni che disciplinano la materia per ogni atto e determinazione in qualunque consesso e per tutti i soggetti preposti».

Twitter @martarosati28

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