di Marco Torricelli
Inutile far finta di niente. L’incontro era previsto per altri motivi – peraltro importanti, come la presentazione delle attività dell’Istituto di studi teologici e storico sociali, l’Istess – ma non si poteva che finire col parlare, alla luce degli ultimi sviluppi, della delicata situazione relativa alla diocesi.
Paglia indagato? E monsignor Ernesto Vecchi, a precisa domanda, ha risposto che a lui non risulta che il suo predecessore sia stato iscritto nel registro degli indagatati: «Ed io un po’ di cose le dovrei sapere», ha chiosato. Va detto, però, che – dando per scontato che lui di bugie non ne dovrebbe dire – non è obbligatorio che lui sappia proprio tutto quello che succede negli uffici giudiziari.
Il prestito L’amministratore apostolico della diocesi di Terni, peraltro, ha confermato che lo Ior ha già deliberato un prestito, senza interessi, di 12 milioni di euro, «con il quale potremo presentarci alle banche, visto che l’esposizione nei loro confronti ci costa 600mila euro l’anno, per chiudere alcune partite importanti». Poi, «vendendo alcuni beni non indispensabili», si potrà puntare a ridurre ulteriormente il passivo della diocesi, senza dimenticare, ha detto ancora Vecchi, «il problema relativo al personale in esubero che, dato che non vogliamo lasciare nessuno in mezzo alla strada, speriamo di poter risolvere con la collaborazione di soggetti che, avendo bisogno di persone qualificate, le prendano con loro».
Le indagini L’interrogativo principale, al momento – oltre al fatto che non esistono conferme o smentite ufficiali all’iscrizione di monsignor Vincenzo Paglia nel registro degli indagati della procura della repubblica di Terni, all’interno della quale il «no comment» è all’ordine del giorno – è quello relativo alle motivazioni che avrebbero portato a far filtrare l’indiscrezione. Un’ipotesi che prende corpo è quella relativa allo scontro di potere in atto in Vaticano – ed al quale si è già fatto riferimento, quando le notizie sullo stato di crisi della diocesi ternana sono cominciate a circolare – e che una notizia del genere potesse essere funzionale ad una delle fazioni che si confrontano.
Gli indagati Altre ipotesi, invece, fanno riferimento alle posizioni delle persone indagate – a vario titolo – per la vicenda del castello di San Girolamo di Narni e, soprattutto, a quelle dei tre che sono agli arresti domiciliari: Luca Galletti, Paolo Zappelli e Antonio Zitti. I due ex dipendenti della diocesi (Galletti e Zappelli) e il funzionario del Comune di Narni (Zitti) furono arrestati il 17 luglio scorso: Zappelli andò ai ‘domiciliari’ tre giorni dopo, per motivi di salute, mentre gli altri due ebbero la stessa modifica della misura cautelare il 1° di agosto. In questo periodo, è una delle ipotesi, qualcuno di loro potrebbe aver deciso di collaborare.
L’Istess E così, la presentazione del programma dell’Istess rischia di passare in secondo piano. Ma non sarebbe giusto. Soprattutto perché da quasi quarant’anni svolge un ruolo decisivo nella realtà locale e vive, come ha ricordato la presidente, Stefania Parisi, «grazie al volontariato, pieno e appassionato, di tutti i collaboratori». Lei compresa. E quindi merita un ‘ritorno’ dedicato.