di Lorenzo Pulcioni
Educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva. Questi gli argomenti alla base dell’incontro tra l’ex magistrato di Mani Pulite, Gherardo Colombo, e gli studenti ternani nella sala blu di Palazzo Gazzoli. Iniziativa organizzata dall’associazione Claudio Conti e alla quale hanno partecipato 350 studenti delle scuole superiori cittadine.
La corruzione anarchica «Oggi la corruzione è meno organizzata e più anarchica. Allora era un sistema connesso al finanziamento illecito dei partiti che oggi invece è marginale. Il livello di corruzione resta elevato, ma oggi diciamo che va per conto suo» ha detto Colombo rispondendo ai giornalisti in sala. Insieme al pool di Mani Pulite, Gherardo Colombo è stato protagonista di un’epoca che secondo molti ha rappresentato uno spartiacque nella storia italiana: «In realtà non lo siamo stati – risponde – la caduta del muro di Berlino ha cambiato gli equilibri internazionali ed ha permesso alla magistratura di proseguire in indagini che già dieci-dodici anni prima forse avrebbero permesso di scoprire il sistema della corruzione. Se non fosse stato per quel blocco di potere che lo impediva. Mani Pulite è stata una conseguenza, non la causa».
Durata dei processi e prescrizione Recente in Umbria il caso di un condannato all’ergastolo per omicidio premeditato che è stato scarcerato per decorrenza dei termini: «La percezione dell’insicurezza è maggiore di quello che veramente avviene. Gli omicidi sono in calo da una ventina d’anni, calano anche i furti e le rapine ed invece abbiamo la sensazione che il crimine aumenti. C’è un problema oggettivo della durata dei processi penali e civili. Bisognerebbe prendere provvedimenti che tendano a ridurre i tempi». Sulla legge sulla prescrizione proposta dal ministro Bonafede, Colombo dice: «Non è condivisibile che una persona possa restare sotto processo a vita. Facciamo attenzione: la ragionevole durata del processo non c’entra niente con la prescrizione, sono cose diverse. Si arriva ad avere una ragionevole durata dei processi attraverso altre misure: forte depenalizzazione, riempimento degli organici perchè mancano amministrativi e giudici».
Paese insofferente alle regole A quasi trent’anni da quel fatidico 1992, l’Italia ancora oggi sembra insofferente alle regole: «Un paese difficile sotto il profilo della relazione con le regole e le leggi. C’è una tendenza ad osservare altre leggi rispetto a quelle del codice penale. La corruzione negli anni di Tangentopoli aveva delle regole, si seguivano quelle» ha detto ai giornalisti in sala. Per le nuove generazioni la memoria storica di quel periodo è affidata a serie tv e film, basti pensare alla trilogia 1992-1993-1994 e al film di Gianni Amelio sugli ultimi mesi di vita di Bettino Craxi: «Non ho seguito nessuna di queste cose. Certo che è molto difficile riuscire a mantenere una fedeltà agli epidosi che si sono effettivamente verificati quando si romanzano le vicende».