di C.F.
Si allarga il fronte sindacale all’attacco di Palazzo Spada. Mentre la Uil chiama i genitori a raccolta intorno la chiusura delle cucine interne di quattro scuole materne a cui sono iscritti 150 bimbi, la Cgil spara colpi sui mancati stanziamenti in bilancio per le attività culturali nell’anno in cui Terni, come l’altra umbra Spoleto, è stata selezionata tra le dieci città italiane ancora in corsa per il titolo di Capitale italiana della cultura. Ed è proprio sulla sfida lanciata dall’assessore Giorgio Armillei che piovono altre accuse dal sindacato: «Non c’è coinvolgimento del personale della direzione cultura, la disorganizzazione è al limite del grottesco».
Risorse finanziarie azzerate per cultura La prima stiletta è relativa all’«azzeramento delle risorse finanziarie per le attività culturali per le quali è stata prevista una capacità di spesa pari a zero, che fanno il paio con l’assenza di risorse finanziarie per la manutenzione ordinaria e straordinaria per le strutture destinate ad attività e servizi culturali». Il caso più eclatante denunciato dalla Cgil è quello relativo alla Biblioteca comunale di Terni (bct) le cui criticità in termini di infiltrazioni e disservizi sono note. «Così – dice il sindacato – si deteriora solo il patrimonio, che si somma a seri problemi gestionali delle strutture stesse a causa della riduzione di due terzi del personale ausiliario che causa criticità su aperture, reception, movimentazione interna, supporto ad attività culturali e piccole manutenzioni».
«Grottesca gestione personale per candidatura a Capitale della cultura» Ma dalle carenze di attività e servizi culturali con cui si stanno facendo i conti, alla sfida della candidatura di Terni a Capitale italiana della cultura il passo è breve. E qui la Cgil affonda altri colpi ben assestati: «C’è una grave assenza di comunicazione all’interno della direzione su fronti come linee guida politiche, progettazione e programmazione, l’esempio più eclatante – scrive il sindacato – è il mancato coinvolgimento di dipendenti con proprie competenze specifiche e ruoli ben definiti nelle fasi istruttorie della candidatura, né tantomeno in altri progetti culturali di cui i dipendenti hanno notizie addirittura da fonti esterne al Comune di Terni».
Armillei sotto tiro Il metodo di lavoro non piace per niente alla Cgil che parla di «situazione grottesca e paradossale che consegna dipendenti della cultura incapaci di dare risposte e fornire assistenza se interpellati da cittadini o realtà associative, non conoscendo minimamente cioò che di fatto viene programmato in toto dallo staff assessorile e da altri soggetti, interni ed esterni al Comune». Per questo l’accusa ad Armillei è quella di aver adottato metodo e politiche «autoritarie».
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