Carletti, Vescovi e Di Girolamo

di F.T.

Va avanti, a dispetto delle polemiche, la sperimentazione legata al trapianto di cellule staminali su pazienti affetti da Sla. La prima fase dello studio avviato a Terni dal professor Angelo Vescovi, punta a valutare la sicurezza del trattamento chirurgico. «Finora i risultati sono stati confortanti – afferma il luminare -. Contiamo di concluderla entro il 2014 per poi passare alla valutazione degli effetti curativi».

INTERVISTA AD ANGELO VESCOVI

La ricerca A condurre la ricerca sono gli esperti che compongono lo staff del professor Vescovi, all’interno del centro sulle cellule staminali dell’ospedale Santa Maria di Terni. Una struttura all’avanguardia, costata circa 3 milioni di euro e che per funzionare necessita di circa 1,2 milioni di euro l’anno. Dal punto di vista delle risorse, la Fondazione cellule staminali opera attraverso fondi reperiti per il 90% al di fuori dal territorio umbro, in particolare attraverso la no-profit Neurothon. Il sostegno locale viene garantito dalla fondazione Carit e dalle istituzioni locali.

Gli interventi Fino ad oggi i trapianti hanno riguardato un primo gruppo di pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica in stato avanzato (con intervento sul midollo lombare) e un secondo gruppo caratterizzato da una fase intermedia della malattia, in cui il trapianto di midollo – cervicale in questo caso – presenta rischi maggiori in ragione della complessità dell’intervento. Il terzo blocco, su cui si interverrà a breve, è rappresentato da pazienti affetti da Sla in fase iniziale.

Il chirurgo Il professor Sandro Carletti, neurochirurgo di riferimento per il progetto di ricerca, sottolinea come finora non ci sia stata «alcuna complicanza intra o post operatoria. In questa prima fase – spiega – l’obiettivo è di validare la sicurezza delle cellule e del sistema di impianto che è estremamente delicato e richiede un’organizzazione perfetta fra tutte le componenti coinvolte. Dopo il trapianto, i pazienti vengono ricoverati in neurochirurgia per circa una settimana, per poi proseguire con la fase riabilitativa».

RICERCA STAMINALI, PARLA SANDRO CARLETTI 

Stamina Sollecitato a fare un confronto fra il metodo seguito a Terni, autorizzato dall’Aifa, e la discussa ‘cura’ Stamina, Angelo Vescovi non usa mezzi termini: «Non credo sia possibile fare un paragone – afferma -. Attualmente con Stamina non si sa cosa venga trapiantato, non esiste un metodo certificato riproducibile né standard per la selezione dei pazienti. Si può dire tutto e il contrario di tutto. Ai pazienti invece non mi sento di dire molto. Capisco la disperazione di chi è disposto a qualsiasi cosa. Ho alle spalle 34 anni di ricerca sulle staminali e posso dire che fenomeni mediatici come Stamina finiscono per togliere credibilità al nostro settore».

I sassolini, dalle scarpe del luminare e non solo, escono alla fine. E riguardano le polemiche con cui la ricerca attivata a Terni si è trovata più volte a dover fare i conti: «Sinceramente – attacca Vescovi – sono stufo di certi discorsi inutili, legati a piccole beghe locali. A me interessano i pazienti, punto. Ho sentito dire da qualcuno che vorremmo trasferire la ricerca da Terni a San Giovanni Rotondo, all’interno dell’Irccs che dirigo. Si tratta di un’assurdità. Pensiamo solo a completare la sperimentazione e a questo stiamo lavorando». La riflessione riguarda anche le prospettive e l’organizzazione necessaria per fare il salto di qualità: «Con la giusta organizzazione e più persone a disposizione, potremmo far convergere importanti finanziamenti europei e dare nuova linfa a una ricerca che, con questi criteri, viene condotta solo in due città al mondo: Terni e Atlanta, negli Usa».

Il sindaco Leopoldo Di Girolamo rigetta qualsiasi ipotesi di disimpegno: «Sarebbe incomprensibile se questa scommessa, iniziata anni fa, non venisse completata. Abbiamo ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie e grazie a Sandro Carletti e al contributo prezioso del Pmal di Terni, siamo anche riusciti a migliorare le tecniche di trapianto».

IL SINDACO SULLA RICERCA

La fondazione Carit «Noi – dice il sindaco – ci crediamo fortemente e continueremo a farlo, perché questa ricerca rappresenta un patrimonio per tutta la città. Più che le polemiche – aggiunge il primo cittadino – contano i fatti e il sostegno Terni sarà in grado di assicurare a questo progetto che ci proietta in una posizione di assoluta avanguardia. In questo senso mi sento di ringraziare tanto il professor Vescovi e il suo staff, quanto la fondazione Carit e Francesco Quadraccia per l’ottimo lavoro svolto all’interno della fondazione cellule staminali. Un ringraziamento che va esteso anche all’azienda ospedaliera per l’alta qualità delle strutture e le competenze messe in campo».