L'area di Cospea

di M. To.

Non si arrendono e, anzi, rilanciano. I residenti di Cospea, organizzati nel comitato ‘No cavalcavia’ non hanno intenzione di arretrare di un centimetro.

La querelle Il problema è noto: su un lato di via Alfonsine, nel quartiere Cospea, c’è un centro commerciale e sull’altro lato ne sorgerà – quando, ancora non è chiaro, perché i lavori sono fermi dopo una lunga e drammatica guerra tra ditte una volta amiche – un altro. Per collegarli il Comune vuole sopraelevare la stessa via Alfonsine e creare un passaggio ‘a raso’ tra i due, mentre i residenti si oppongono ed hanno dato vita, appunto, al comitato.

L’audizione Che è stato ricevuto dalla commissione consiliare preposta, alla presenza dell’assessore Marco Malatesta, per illustrare le motivazioni che sono alla base della protesta e della richiesta di rivedere radicalmente il progetto: «Siamo convinti che la scelta fatta sia sbagliata, sotto il profilo economico e ambientale, ma che la storia sia anche poco chiara», è la posizione dei residenti.

Il varco sospetto Per chiarire meglio la cosa, dice il presidente del comitato, Moreno Castellucci, «ho ripercorso a ritroso tutta la storia di quell’area, ricordando che circa vent’anni fa, nel corso della costruzione del plesso del centro commerciale e residenziale Pianeta, su di un tratto del muro perimetrale delle fondazioni, in prossimità delle corsie dei garage, sul lato di Via Alfonsine, fu realizzato un varco largo circa sei metri, tamponato con blocchetti di cemento, predisposto per un futuro probabile collegamento della struttura con il versante opposto, proprio dove oggi è in costruzione il nuovo polo commerciale».

Preveggenza? Ricorre al dialetto, Castelucci, per chiarire il concetto: «Chi predispose quel collegamento fu uno ‘sdrolico’ (astrologo; ndr) perché è bene precisare che vent’anni fa, il motivo per il quale l’amministrazione comunale ha poi alienato l’area verde ove l’impresa Marcangeli sta costruendo il nuovo polo commerciale, non sussisteva ancora, ovvero l’impellente necessità di incassare il 31 dicembre del 2010 il famoso assegno di 7 milioni e 800mila euro, somma risultata indispensabile per evitare il dissesto finanziario».

Lo spazio verde E pensare, ricorda ancora il presidente del comitato che si oppone al cavalcavia, «che l’amministrazione comunale, sempre vent’anni fa, si impegnò nei confronti dei cittadini che stavano acquistando gli appartamenti in via Alfonsine, a realizzare uno spazio di verde pubblico attrezzato per ridurre l’inquinamento ambientale che sarebbe stato causato dall’insediamento della struttura centro commerciale Pianeta».

La polemica Quello che si vuole realizzare, attacca Castellucci, «non può essere definito una ‘dolce gobba’, come ha fatto l’assessore Malatesta anche nel corso di un sopralluogo effettuato nel mese di luglio 2013, bensì un vero cavalcavia, che raggiungerà un’altezza di sei metri e mezzo rispetto all’attuale piano stradale». Ma non solo: «Non è nella tradizione democratica della città di Terni, costringere i cittadini alla raccolta delle firme per rapportarsi con gli amministratori, come non lo è il fatto che le numerose richieste di chiarimenti e di incontri inviate all’amministrazione comunale, in diciotto mesi, non hanno mai ottenuto alcun riscontro».

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