di Chiara Fabrizi
Un esposto presentato ai carabinieri di Perugia e quindi alla Procura per accertare «eventuali responsabilità in capo ai vertici della Usl Umbria 1 che hanno di fatto bloccato la procedura» e un ricorso urgente al tribunale civile di Perugia affinché «ordini alla azienda sanitaria di completare la procedura». Queste le iniziative legali, «dopo numerose diffide», assunte nelle ultime ore dall’avvocatessa Filomena Gallo, che è anche segretaria dell’associazione Luca Coscioni, per sostenere Laura Santi, la 48enne perugina, consigliera generale dell’associazione Coscioni, affetta da una forma «progressiva e avanzata» di sclerosi multipla. Santi il 20 aprile del 2022 ha presentato alla Usl 1 richiesta per accedere al cosiddetto suicidio assistito, così come previsto dalla sentenza costituzionale 242 del 2019 senza mai arrivare alla fine della procedura.
VIDEO: PARLANO SANTI, GALLO E CAPPATO
Suicidio assistito, Santi per vie legali La 48enne mercoledì mattina, nel corso di una conferenza stampa organizzata a Perugia insieme all’avvocatessa Gallo e a Marco Cappato, ha raccontato di fare «i conti con un corpo che ogni giorno si aggrava» e di considerare «il suicidio assistito come una porta da tenere aperta per vivere la malattia in maniera molto migliore», ma «la mia richiesta – ha aggiunto – si è arenata e nel frattempo le mie condizioni sono molto peggiorate».
SANTI: «DA 400 GIORNI ASPETTO UNA RISPOSTA»
LA RISPOSTA DELLA USL 1 A LAURA SANTI
Usl 1 non ha indicato il farmaco A entrare nel dettaglio è stata Gallo, spiegando che «la Usl 1 ha avviato le procedura, ma a distanza di 400 giorni non ha ancora definito le modalità e quindi il farmaco da somministrare» a Laura Santi nel caso decidesse di procedere col suicidio assistito. In questo senso, l’avvocatessa ha chiesto al tribunale civile di Perugia di «ordinare all’azienda sanitaria di completare la procedura, all’esito della quale va poi attivato il comitato etico che, però, emette un parere non vincolante».
«Intromissioni del Governo» Al fronte legale si affianca quello politico: «Constatiamo un’intromissione del Governo che col ministero della Salute ha sostenuto che i comitati etici non si possono esprimere, ma questo – ha detto Gallo – non può che essere un suo parere personale, perché la Corte Costituzionale ha investito i comitati proprio di questo ruolo. Questa come altre interpretazioni distorte – ha evidenziato l’avvocatessa – non fanno altro che introdurre ostacoli» al diritto di un malato di accedere al suicidio medicalmente assistito, come riconosciuto dalla sentenza.
Cappato: «Potere regionale è fuori legge» In questo senso, calca la mano anche Cappato, tesoriere dell’associazione Coscioni, secondo cui «il potere regionale è fuori legge così come quello nazionale e non rilevano le opinioni personali di Tesei, Meloni o della stessa nostra Santi, semplicemente perché la sentenza della Consulta ha valore legislativo ed é da analfabeti non riconoscerlo».
L’appello ai consiglieri regionali Nel mirino dell’ex deputato finisce anche l’intervento di martedì della Usl1, «che si permette di dire, in sostanza, che in assenza di una legge sui comitati etici non si applica una sentenza della Corte: Tesei l’ha letta quella nota stampa?». Infine, l’appello «ai consiglieri regionali dell’Umbria affinché valutino di depositare la proposta di legge regionale predisposta dall’associazione Luca Coscioni».
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