Laura Santi

«L’assenza» di una norma legislativa nazionale sul cosiddetto suicidio medicalmente assistito «impedisce» all’Usl Umbria 1 «di soddisfare le esigenze manifestate» dalla perugina Laura Santi, che ha denunciato di aspettare da oltre un anno la risposta dell’azienda sanitaria alla sua «richiesta di verifica delle condizioni per poter accedere all’aiuto medico alla morte volontaria». La direzione aziendale dell’Usl Umbria 1 ha ritenuto «opportuno precisare – in una nota – che in questi mesi la pratica della signora Santi è stata attentamente valutata, d’intesa con la Regione».

SANTI: «DA 400 GIORNI ASPETTO UNA RISPOSTA»

La risposta «Tale vicenda – viene sottolineato – riveste carattere di particolare delicatezza sia sul piano giuridico che etico e sebbene sia in corso la riforma dei comitati etici secondo la legge Lorenzin del 2018, cui competerebbe il rilascio di pareri, a oggi l’assenza di un provvedimento normativo dedicato del legislatore nazionale, impedisce di soddisfare le esigenze manifestate dalla signora Santi, in un quadro di serena tutela anche degli operatori sanitari». La Usl sostiene ancora che «lo stesso ministero della Salute, con una nota del 3 gennaio, ha precisato che sono in corso approfondimenti all’esito dei quali sarà valutato l’inserimento del tema del suicidio medicalmente assistito all’interno di uno specifico provvedimento normativo, che attualmente risulta essere in fase di studio».

Azioni legali Santi, 48 anni, consigliera generale dell’associazione Coscioni, è affetta da una forma «progressiva e avanzata» di sclerosi multipla e nei giorni scorsi aveva reso noto di avere presentato il 20 aprile del 2022 all’azienda sanitaria una richiesta per l’accesso alla verifica delle proprie condizioni «ai sensi della sentenza costituzionale 242/2019, ovvero per accedere al cosiddetto suicidio assistito». Tema sul quale Santi tornerà mercoledì mattina nel corso di una conferenza stampa «per annunciare i prossimi passi in sua difesa perché possa essere libera di scegliere».

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